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Giovedì, 28 Marzo 2024

Amanda Knox replica: “Falsità sulle mie nozze e sul viaggio in Italia”

In una lettera all’Ansa firmata insieme al fidanzato Cristopher Robinson, Amanda Knox replica alle accuse degli ultimi giorni

Amanda Knox smentisce le “falsità” sul suo viaggio a Modena per il Festival della Giustizia Penale e sulla raccolta fondi per il suo matrimonio con il fidanzato Christopher Robinson. Per farlo ha scritto una lunga lettera all’agenzia Ansa.

Per quanto riguarda la questione delle nozze, che secondo il settimanale Oggi sarebbero già state celebrate, Knox fa sapere che i documenti per il matrimonio legale sono stati presentati sì lo scorso dicembre ma la celebrazione avverrà soltanto il prossimo 29 febbraio 2020.

Amanda Knox, il matrimonio e la raccolta fondi

Abbiamo presentato le carte per essere legalmente sposati a dicembre dello scorso anno per semplificare questioni di tasse e assicurazione, ma non abbiamo ancora celebrato il nostro matrimonio con le nostre famiglie. Questo non dovrebbe essere più scioccante del fatto che viviamo insieme da anni”, spiega Amanda Knox e Christopher Robinson, ricordando che, come molte altre coppie, anche loro hanno sostituito la tradizionale lista di nozze con una raccolta fondi.

Questa pratica è così comune che popolari siti web come www.theknot.com ospitano pagine dedicate ai matrimoni e registri dei fondi. Le pagine ‘Rsvp’ sono protette da una password e quelle dei registri non lo sono. Anche questo è normale – scrivono i due –  Abbiamo condiviso la nostra ‘story’ sul matrimonio sui social, ma non abbiamo pubblicizzato il nostro registro o chiesto a sconosciuti di donare. I tabloid hanno diffuso la pagina del nostro registro e ora danno la colpa a noi per le loro azioni. Loro - i tabloid - accusano me di mentire in merito alle spese per il nostro viaggio per supportare l’Italy Innocence Project”.

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Il ritorno in Italia e l'attenzione dei media

"L'Italy Innocence Project è stato molto generoso - scrivono i due - nel fornirci una camera di hotel e l'assistenza di un professionista della sicurezza per la durata della nostra permanenza. Si sono offerti di rimborsarci un quarto delle spese del nostro volo e io non ho chiesto loro di coprire il resto. Abbiamo speso più di 10mila dollari in precauzioni necessarie per la mia sicurezza e per evitare molestie. Ci siamo dovuti organizzare per un altro alloggio per mia madre e per le spese del suo viaggio, lei era un supporto emotivo necessario in questo traumatico viaggio. Il viaggio ha rappresentato un contraccolpo finanziario per noi e siamo stati costretti a utilizzare soldi che stavamo risparmiando per le nostre nozze. Ma per supportare l'Italy Innocence Project ne è valsa la pena e io resto grata per il loro supporto e per il loro invito a parlare del processo mediatico e delle ingiuste condanne”.

Questo – conclude Amanda – è solo l'ultimo esempio del deliberato travisamento dei fatti e della distruzione della reputazione che subisco da quando sono stata spinta mio malgrado sotto i riflettori nel 2007”.

Fonte: Ansa →
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