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Venerdì, 19 Aprile 2024

Compravendita senatori, indaga la Corte dei Conti: Berlusconi rischia condanna per danno d'immagine

Aperto un fascicolo sui tre milioni al Movimento Italiani nel Mondo di Sergio Di Gregorio e l'ex preimer potrebbe essere chiamato a risarcire il danno d'immagine subito dallo Stato e gli effetti di quella manovra politica sullo spread

La procura della Corte dei Conti del Lazio ha aperto un fascicolo sui tre milioni di euro finiti nei conti del Movimenti Italiani del Mondo dell'ex senatore dell'Idv Sergio Di Gregorio, passato nel 2007 tra le fila del centrodestra e tra gli artefici della caduta del secondo governo Prodi. E l'ex premier Silvio Berluconi potrebbe essere chiamato a risarcire il danno d'immagine subito dallo Stato e gli effetti di quella manovra politica sullo spread. A scriverlo è Lorenzo D'Albergo su Repubblica.

L'indagine è partita dopo la fine del processo penale a carico di Berlusconi, condannato in primo grado a tre anni nel 2015 per corruzione assieme all'ex direttore dell'Avanti, Valter Lavitola, e poi prescritto nel 2017. I giudici di secondo grado però scrivevano nelle motivazioni della sentenza: Berlusconi "ha pacificamente agito come privato corruttore e non certo come parlamentare nell'esercizio delle sue funzioni" e "le dazioni di denaro effettuate da Berlusconi, tramite Lavitola, a De Gregorio sono state effettuate quale corrispettivo della messa a disposizione del senatore e, quindi, della sua rinuncia a determinarsi liberamente nelle attività parlamentari di sua competenza, e non certo come mero finanziamento al Movimento Italiani nel Mondo. Tant'è vero che il 24 gennaio 2008, votando la sfiducia alla maggioranza della quale solo quattro mesi prima faceva parte, De Gregorio contribuì a mettere la parola fine al secondo esecutivo guidato da Romano Prodi".

L'ipotesi dei magistrati è che l'aumento vertiginoso dello spread (passato da 43,4 registrato il 6 maggio 2008, ultimo giorno del governo Prodi, a 522,8 punti alla fine del governo Berlusconi)  "possa essere contestato proprio ai protagonisti dell'inciucio", scrive Repubblica.
 

Fonte: La Repubblica →
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