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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Bombe italiane in Yemen: "Ora ci sono anche le prove"

Arrivano nuove prove che in Yemen sono state usate armi di produzione nostrana. Inoltre un cargo saudita partito da Cagliari la settimana scorsa sta terminando il trasporto proprio in queste ore di 2.000 bombe per i caccia della coalizione che bombarda il Paese

Non è un segreto che l'Italia esporti armi in tutto il mondo. Arrivano nuove prove che in Yemen sono state recentemente usate armi di produzione nostrana. 

Un cargo saudita partito da Cagliari la settimana scorsa sta terminando il trasporto proprio in queste ore di 2.000 bombe per i caccia della coalizione che bombarda da mesi lo Yemen. 

Da parte del governo italiano non è mai arrivata l'ufficialità sui nomi dei Paesi destinatari, ma un frammento recuperato sul campo conferma il contenuto di due anni di inchieste giornalistiche partite da "Avvenire".

La sigla 'A4447', incisa su una scheggia indica che l’ordigno proviene dalla Rwm Italia, che ha sede legale a Ghedi (Brescia) e stabilimenti a Domusnovas, in Sardegna, ma che fa capo al gruppo tedesco Rheinmetall.

Secondo l’ong yemenita Mwatana, il numero di matricola (nella foto), trasmesso all’ufficio Ansa di Beirut, è stato rinvenuto a Der al Hajari, nella regione nord-occidentale di Hodeida. 

I caccia piombarono alle 3 di notte dell’8 ottobre 2016: almeno sei civili uccisi, tra cui 4 bambini. Nel gennaio scorso un gruppo di esperti incaricati dall’Onu di indagare sulle violazioni in Yemen aveva certificato l’uso delle bombe della Rwm Italia sulle aree civili, affermando che questi raid «possono costituire crimini di guerra». L’identificazione degli ordigni «è stata resa possibile - ha spiegato Mwatana - grazie all’analisi delle sigle».

Crescono vertiginosamente secondo gli ultimi rapporti le autorizzazioni all'export militare italiano: 14,6 miliardi di euro (+85% rispetto al 2015, +452% rispetto al 2014). Il valore delle esportazioni effettive si attesta sui 2,85 miliardi, in linea con il passato, ma gli effetti delle autorizzazioni 2016 si vedranno nei prossimi anni secondo Rete Disarmo. Pesa la mega-commessa (oltre 7 miliardi) di caccia Eurofighter per il Kuwait, ma tra i principali Paesi destinatari troviamo anche Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Pakistan, Angola, Emirati Arabi Uniti. Oltre il 60% delle nostre armi finirà a Paesi fuori da UE e NATO. Rete Disarmo parla da tempo di "una politica insensata e che contribuirà a far crescere i conflitti, in contrasto con le nostre necessità di politica estera, come vorrebbe la legge 185/90".
 

Fonte: Avvenire →
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