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Martedì, 16 Aprile 2024

Yara, ecco perché Massimo Bossetti è colpevole: "Non c'è mai stato nessun dubbio"

Panorama dedica un lungo articolo alla vicenda processuale che ha tenuto a lungo gli italiani col fiato sospeso. È lui l'assassino della povera Yara, non esistono dubbi di alcun tipo

"Massimo Bossetti è sicuramente colpevole" per l'omicidio di Yara Gambirasio. Inquirenti e giudici, è importante sottolinearlo, non hanno alcun dubbio sulla consistenza delle prove contro il muratore di Mapello: c'è il suo dna sulle mutandine della 13enne di Brembate di Sopra ma ci sono anche tanti, tanti altri "elementi indiretti di conforto".

Panorama dedica un lungo articolo alla vicenda processuale che ha tenuto a lungo gli italiani col fiato sospeso. Nel processo d’appello che si apre nei prossimi giorni a Brescia peserà moltossimo ovviamente la prova del dna: non è una prova scientifica dotata di valore assoluto, ma tutte, tutte le persone che hanno avuto accesso agli atti delle indagini in questi anni non hanno alcun dubbio sulla colpevolezza di Bossetti. E' suo il dna, è lui l'assassino della povera Yara, per tutta una serie di motivi che Panorama elenca. 

Primo: la traccia è mista, nel senso che contiene materiale genetico della vittima e del suo aggressore.

Secondo: la posizione della stessa, ovvero in prossimità del taglio delle mutandine, dimostra non un semplice contatto, ma la partecipazione alla fase omicidiaria del "proprietario" di quella traccia.

Il dna di Bossetti, preso attraverso un finto controllo alcolemico, viene portato nel laboratorio di genetica forense dell’università di Pavia dove il direttore responsabile, il professore Carlo Previderè, lo mette accanto a quello di Ignoto Uno che gli hanno fornito i Ris e stabilisce che si sovrappone in maniera certa, assoluta. Non c'è altra persona al mondo con quel profilo genetico: Massimo Bossetti è Ignoto uno. Punto.

A rafforzare la portata probatoria del dna ci sono come se non bastasse anche vari altri "elementi indiretti di conforto". Il "proprietario" di quella traccia di dna la sera del 26 novembre 2010 poteva trovarsi ovunque: invece era proprio lì nel momento in cui Yara scompare. Lo dicono i tabulati telefonici.

Infine il movente sessuale dell'omicidio, che si ricava dal reggiseno slacciato, le mutandine tagliate e che trova riscontri nelle ricerche sul computer di casa Bossetti e nelle lettere scritte in seguito dal carcere a un'altra detenuta di nome Gina. Sono diverse e ripetute le navigazioni sui siti con minorenni, tredicenni, e particolari sessuali.

Fonte: Panorama →
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