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Venerdì, 19 Aprile 2024

Roberto Burioni si prende una pausa dai media: “Entro in silenzio stampa, non sono un presenzialista”

La decisione annunciata in un’intervista al Corriere della Sera. “Il linguaggio della tv non è quello della scienza”, dice il virologo, che replica anche all’articolo de L’Espresso sulle sue consulenze per grandi aziende

Roberto Burioni ha deciso di prendersi una pausa dai media. In un’intervista al Corriere della Sera, il virologo ha annunciato l’intenzione di entrare in “silenzio stampa almeno fino all’autunno”.

Un periodo di distacco per scrivere un testo universitario e tornare a dedicarsi ai suoi studenti. “Mi sono mancati”, ha detto Burioni, ordinario di Microbiologia e Virologia presso l’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

“Lo faccio anche perché ho capito molte cose in questi mesi. Un’aula televisiva come quella che mi ha offerto un grande professionista come Fazio è stata una palestra importante e — sono onesto — molto gratificante. Ma il linguaggio della tv non è quello della scienza. I suoi tempi non sono quelli della scienza”, ha ammesso il virologo, che però ha smentito di essere stato troppo “presenzialista”, pur riconoscendo di essere tra le figure più attaccate dagli haters.

In tv, ha spiegato Burioni, “si viene travisati, esposti al rischio di dire cose mai dette. Mi hanno attribuito di tutto. Una cosa però me la faccia dire: oggi la politica ci chiede certezze ma quando, appena qualche mese fa, dicevamo che i vaccini sono indispensabili, una certa politica ci ha sbeffeggiato e ha strizzato l’occhio ai complottisti”. 

Nell’intervista si fa riferimento alla questione delle consulenze di Burioni per diverse grandi società per la riapertura sollevata da Emiliano Fittipaldi in un articolo su L’Espresso. Il virogolo replica: “Sulle consulenze dico una cosa semplice: chi dovrebbe aiutare la ripartenza di un Paese se non un esperto di queste questioni? Se la Ferrari mi chiede un aiuto, dovrei dire di no? Io ritengo che sia un dovere dare una mano. E un professionista va pagato, perché altrimenti si tratta di sfruttamento. Mi hanno accusato di speculare sulla pandemia persino quando è uscito il mio ultimo libro, Virus, anche se tutti sapevano che i proventi sarebbero andati alla ricerca”. 

Fonte: Corriere della Sera →
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