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Martedì, 16 Aprile 2024

Campi Flegrei, nuovo studio: "Progressivo riscaldamento del vulcano che terrorizza Napoli"

"Ci sono un movimento magmatico profondo e un progressivo ma costante riscaldamento del sistema idrotermale all'origine delle diverse variazioni di velocità sismica rilevate nei Campi Flegrei". Lo svela un nuovo studio firmato dall'Ingv 

Cinquecento terremoti in poche ore: uno sciame bradisismico che terrorizzò Pozzuoli esattamente 43 anni fa, il 1 aprile 1984: un fenomeno geologico certo raro ma che potrebbe ripetersi in quell'area che si estende da Posillipo a Capo Miseno a causa delle variazioni di volume della camera magmatica di uno dei sistemi vulcanici a più alto rischio al mondo sia per le caratteristiche eruttive sia per l'alta densità di popolazione al suo interno.

"Ci sono un movimento magmatico profondo e un progressivo ma costante riscaldamento del sistema idrotermale all'origine delle diverse variazioni di velocità sismica rilevate nei Campi Flegrei". Lo svela un nuovo studio firmato dall'Ingv condotto dalle sezioni di Bologna e Napoli-Osservatorio Vesuviano dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), pubblicato su Geophysical Research Letters.

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Negli ultimi decenni l'attività legata al sistema idrotermale e a movimenti magmatici profondi lenti e progressivi abbassamento del terreno, intervallato da piu' veloci innalzamenti, questi ultimi accompagnati da sciami sismici di bassa energia; non si registra alcuna attivitàsismica al di fuori di questi brevi episodi in cui il movimento del suolo si inverte".

Rischio vulcanico "Campi Flegrei", le zone a rischio
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La caldera è in condizione di 'unrest', un'agitazione che si registra in tutto il sistema portando il livello di allerta allo stato di "attenzione" fin dal 2012.

"I risultati ottenuti - aggiunge Lucia Zaccarelli - hanno permesso di identificare due tipi di variazioni significative: una di breve durata e la seconda, invece, di lungo termine che caratterizza tutti i 5 anni analizzati (2010-2014). Tramite il confronto con le serie temporali dei parametri geofisici e geochimici rilevati costantemente ai Campi Flegrei, siamo riusciti a interpretare queste variazioni in termini di un movimento magmatico profondo e di un progressivo ma costante riscaldamento del sistema idrotermale, rispettivamente".

Fonte: Geophysical Research Letters →
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