Povera Bosnia, le alluvioni hanno spostato interi campi minati: "Rischio concreto"

E' molto concreto il rischio che nei Balcani che un ventennio fa furono devastati dalla guerra le recenti alluvioni abbiano letteralmente riportato a galla un problema mai risolto.

Dopo l’alluvione c'è il rischio mine. A lanciare l'allarme in Bosnia è il Centro per lo sminamento bosniaco (BHMAC) che, entro due settimane dovrebbe produrre un rapporto completo con le indicazioni delle aree inquinate.

La presenza di mine inesplose, già grave di per sé, è stata resa ancor più critica dalle recenti inondazioni che hanno colpito un quinto del territorio nazionale.

Gli smottamenti e le alluvioni hanno spostato interi campi minati e singoli ordigni inesplosi residuati della guerra 1992-95.

Ahdin Orahovac, vicedirettore del centro, spieg: "E' un rischio reale, ora  le nostre attività più intense si svolgono a Orasje dove aiutiamo a pompare l’acqua da numerose sacche rimaste dopo il ritiro delle acque, che è un lavoro di prevenzione, e poi ci sposteremo a Maglaj”.

Il blog Le persone e la dignità, del Corriere.it, affronta oggi questo tema.

Secondo i dati del Centro, sono a rischio 45 dei 900 chilometri quadrati di territorio allagato e gli sminatori stanno lavorando alla mappatura delle aree infestate dopo di che verranno rifatte le segnalazioni. Si dovrà compiere, ha detto Orahovac, un’azione dettagliata di controllo del fiume Sava, altamente a rischio, non solo in Bosnia ma anche in Serbia e in Croazia. Fino a quest’ultima catastrofe, i 120.000 ordigni inesplosi disseminati nel Paese rappresentavano una potenziale minaccia per un sesto della popolazione della Bosnia (che ha 3,8 milioni di abitanti) che viveva e lavorava nelle aree sospette. Tali ordigni nel dopoguerra hanno ucciso 600 persone e ferito o mutilato altre 1.126 vittime.