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Venerdì, 29 Marzo 2024

Arriva la carta prepagata per le famiglie povere: "400 euro al mese"

Lo annuncia il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti in una intervista a Repubblica. Il piano contro la povertà è di circa 1,6 miliardi di euro (complessivamente sono però due miliardi di euro, considerando anche le risorse europee) per una platea potenziale di 4,6 milioni di persone

Arriva la card prepagata di 400 euro per 400mila famiglie povere: lo annuncia Giuliano Poletti in una intervista a Repubblica.  Il piano contro la povertà è di circa 1,6 miliardi di euro (complessivamente sono però due miliardi di euro, considerando anche le risorse europee) per una platea potenziale di 4,6 milioni di persone: "E' un passo verso l'Europa: l'Italia avrà per la prima volta uno strumento universale su tutto il territorio nazionale per combattere la povertà".

"Con queste risorse - dice il Ministro del lavoro e delle politiche sociali - siamo in grado di raggiungere un po' meno del 50%. Ricordo, poi, che è la prima volta che viene messo a bilancio un fondo destinato alla lotta contro la povertà, non era mai successo. Dunque è più di quanto storicamente sia mai stato investito su questa materia".

Il governo vuole fare in fretta, "ci sarà un solo decreto in tempi rapidissimi. Sulla base delle risorse disponibili ipotizziamo circa 400mila nuclei familiari con minori a carico, pari a un milione e 770mila individui. Attualmente il Sia (sostegno inclusione attiva) è pari a 400 euro al mese che sarà elevato a circa 480 euro estendendo i requisiti di accesso. Stiamo ragionando su queste basi anche se spetterà al decreto attuativo definire la soglia di povertà che darà diritto al sostegno". 

Si vocifera di una carta di credito ricaricabile, ma "è una delle cose da decidere", aggiunge Poletti.

Poletti lancia anche una stoccata ai Cinque stelle che puntano al reddito di cittadinanza: "Noi ci occupiamo di lotta alla povertà, interveniamo sui nuclei familiari in condizioni di difficoltà, puntiamo a far uscire questi soggetti dalla loro condizione. Quindi, non è un intervento generalizzato e indifferenziato". E riguarderà "gli italiani e gli stranieri cosiddetti 'lungo soggiornanti', cioè coloro che stanno regolarmente nel nostro territorio da almeno cinque anni". Come spiega Poletti, "la persona dovrà sottoscrivere un patto con la comunità locale di riferimento. Un progetto condiviso per offrire a chi è in difficoltà un'opportunità di miglioramento. Per esempio, la persona dovrà impegnarsi a garantire un comportamento responsabile, ad accompagnare i figli a scuola, a sottoporli alle vaccinazioni, a seguire corsi di formazione e ad accettare eventuali proposte di lavoro".

In parallelo, "è prevista anche l'assunzione a tempo determinato di circa 600 persone nei Centri per l'impiego per svolgere proprio questo ruolo di tutor nei percorsi di inclusione, specialmente per l'accompagnamento al lavoro".

Fonte: La Repubblica →
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