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Sabato, 20 Aprile 2024

"Non lo abbandoniamo, qualcuno di noi andrà lì": parla il nipote di Cesare Battisti

"Qualcuno della nostra famiglia andrà lì", dice all'AdnKronos. I familiari delle vittime: "Speriamo che sia la volta buona che sconti la sua pena"

"Non c'è molto da dire. Vediamo cosa succede, come evolve la situazione e poi decideremo cosa fare. Ma quasi sicuramente qualcuno di noi, della famiglia, andrà lì". A dirlo all'Adnkronos è Antonio, nipote di Cesare Battisti, l'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi e catturato in Bolivia dopo che aveva fatto perdere le proprie tracce lo scorso dicembre. "L'ultimo contatto lo avevamo avuto più di due mesi fa - racconta ancora il nipote - poi più nulla. Comunque, non lo abbiamo abbandonato finora e non lo faremo ora".

L'ex membro dei Pac è stato catturato a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia dall'Interpol. Battisti si era reso irreperibile dopo l'ordine di arresto emesso da Luiz Fux, giudice del Tribunale Supremo brasiliano e il decreto di estradizione firmato dal presidente uscente Michel Temer.

"E' finita la lunghissima fuga di Cesare Battisti - scrive su Facebook il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede -. Il mio pensiero va ai familiari delle vittime di Battisti: Antonio Santoro, Pierluigi Torregiani, Lino Sabbadin, Andrea Campagna. A loro posso dire che, finalmente, giustizia è fatta!". Il guardasigilli assicura inoltre che "ora Cesare Battisti sarà riconsegnato all'Italia: la tensione delle ultime ore e il dovuto riserbo possono lasciare spazio alla soddisfazione per aver raggiunto un risultato atteso per 25 anni. Battisti in Italia dovrà scontare la sua pena: chi sbaglia deve pagare e anche Battisti pagherà".

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"Sono molto contento dell'arresto e speriamo che sia la volta buona che sconti la sua pena". Sono le parole di Adriano Sabbadin, il figlio di Lino Sabbadin, il macellaio trucidato dal gruppo eversivo dei Proletari armati del Comunismo, il 16 febbraio 1979, che commenta all'Adnkronos l'arresto del terrorista Cesare Battisti in Bolivia. "Speriamo che sia la volta buona, solo questo. Battisti è una persona squallida che l'ha sempre fatta franca, e merita di scontare in Italia la pena giusta per quello che ha fatto", ha aggiunto Sabbadin.

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Gli fa eco Maurizio Campagna, fratello di Andrea, agente della Digos ucciso dai Pac a Milano nel 1979. Battisti fu indicato come l'autore materiale dell'omicidio."Ovviamente noi parenti siamo contenti perché finalmente questo terrorista è stato arrestato - dice all'Adnkronos -. L'unica cosa è che tra l'arresto e l'estradizione ce ne vuole. Sicuramente Battisti non è andato in Bolivia a caso, lo sappiamo tutti che la Bolivia non applica l'estradizione. La partita ora se la gioca il Brasile. Speriamo solo che non inizi la tiritera del 2004. Chiederemo appuntamento con il governo e vedremo come si vuol muovere". "Bisogna vedere quali passaggi bisogna compiere - aggiunge Campagna -. In ogni caso sono fiducioso perché dal 2004 a oggi ogni governo si è mosso con determinazione per chiedere l'estradizione. D'altronde, potrebbe far ben sperare il fatto che all'arresto abbia partecipato la polizia boliviana".
 

Fonte: Adnkronos →
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