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Giovedì, 25 Aprile 2024

"Fa troppo caldo, le foreste non assorbono più abbastanza anidride carbonica"

La minore capacità di assorbire carbonio è dovuta a un progressivo rallentamento della crescita e a un aumento della mortalità degli alberi, processi causati principalmente dalle crescenti temperature e siccità

I ricercatori di un centinaio di istituzioni nel mondo lanciano l'allarme: le foreste pluviali dell'America latina e dell'Africa, polmoni verdi del nostro pianeta, sono in affanno. Assorbono minor quantità di anidride carbonica (CO2) presente nell'atmosfera - circa 1/3 di meno rispetto agli anni '90 - e per questo non riescono più a rallentare i cambiamenti climatici.

La ricerca internazionale, che ha meritato la copertina di Nature, vede la partecipazione, per l'Italia, dell'Università di Firenze e del Muse-Museo delle Scienze di Trento. E' guidata dall'Università di Leeds e ha analizzato i dati di accrescimento e mortalità di 300.000 alberi, da 565 aree di foresta pluviale in Africa e Amazzonia, tracciati nel complesso per oltre 30 anni e raccolti da una rete imponente di ricercatori.

"Gli alberi delle foreste del globo, come noto, tramite la fotosintesi stoccano l'anidride carbonica rimuovendola dall'atmosfera e immagazzinandola nella loro biomassa - spiega Francesco Rovero, ricercatore del Dipartimento di Biologia dell'Università di Firenze e collaboratore di ricerca del Muse di Trento - Per questo le rilevazioni che abbiamo ottenuto misurando gli alberi in moltissime aree forniscono dati importanti che, elaborati attraverso modelli, documentano una progressiva perdita di CO2 immagazzinata dalle foreste pluviali, con un calo, dagli anni '90 alla decade 2010-2020, di circa un terzo".

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"In dettaglio - specifica Rovero, che ha contribuito con i dati di un programma di ricerca e monitoraggio della biodiversità in Tanzania, da lui coordinato - le foreste pluviali intatte rimuovevano il 17% delle emissioni di anidride carbonica prodotte dall'uomo, quota ridotta al 6% negli ultimi dieci anni, con un calo stimato del 33%".

La minore capacità di assorbire carbonio è dovuta a un progressivo rallentamento della crescita e a un aumento della mortalità degli alberi, processi causati principalmente dalle crescenti temperature e siccità. Ma un altro motivo del minor stoccaggio del carbonio risiede nella diminuzione drastica delle aree tropicali di foresta intatta (in media del 19%), per via della deforestazione e frammentazione incessanti.

"Nel frattempo - aggiunge il ricercatore - sappiamo che le emissioni globali di CO2 prodotte dall'uomo sono balzate in alto del 46%. In conclusione - spiega ancora Rovero - lo studio ha rivelato che, in particolare, la foresta amazzonica ha raggiunto la soglia di saturazione negli anni '90, pareggiando la quantità di anidride carbonica immagazzinata con quella emessa, e le foreste africane ci arriveranno intorno al 2030. La sfida del cambiamento climatico e la necessità di contrastarlo sono pertanto sempre più urgenti".

Clima, l'Europa si concede fino al 2050 per una legge sul clima

La Commissione Europea lancia la legge europea sul clima, proponendo l'obiettivo giuridicamente vincolante per l'Ue di raggiungere entro il 2050 un livello netto di emissioni climalteranti pari a zero. Istituzioni Ue e Stati membri, se la legge verrà approvata, saranno collettivamente tenuti ad adottare le misure necessarie a raggiungere il target, sia a livello nazionale che a livello comunitario.

La legge sul clima fissa il percorso per arrivare a raggiungere gli obiettivi climatici al 2050. La Commissione ha poi avviato, spiega il vicepresidente esecutivo Frans Timmermans, una "valutazione di impatto" per proporre nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030.

Entro il prossimo settembre, la Commissione presenterà un piano, comprensivo della valutazione di impatto, per innalzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 "almeno al 50% e verso il 55%" rispetto ai livelli del 1990 e proporrà di emendare la legge sul clima di conseguenza. Per raggiungere gli obiettivi incrementati al 2030, entro giugno 2021 la Commissione presenterà inoltre la revisione di numerose leggi, tra le quali la direttiva sull'Ets (il sistema di scambio delle emissioni), il regolamento sullo sfruttamento della terra, sul cambio di destinazione d'uso del terreno e sulle foreste, la direttiva sulle energie rinnovabili e quella sull'efficienza energetica, nonché gli standard delle emissioni di anidride carbonica per automobili e furgoni.

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Fonte: Nature.com →
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