Bancomat, chi preleva "troppo poco" rischia sanzioni
Se i prelievi con il bancomat sono troppo bassi nell’arco dell’anno, il titolare rischia di essere sottoposto ai controlli del Fisco: ecco perché
Stanare il "nero", l'economia sommersa, è una priorità per qualsiasi governo. Oggi come oggi in Italia è possibile pagare in contanti fino a 2.999 euro, ma da quella cifra insù bisogna utilizzare uno strumento tracciabile, ovvero un assegno, una carta di credito o il bancomat.
Combattere il nero in un Paese come l'Italia equivale secondo molti proprio a iniziare a porre limiti all'utilizzo del denaro contante.
I limiti sui prelievi di denaro con il bancomat attualmente sono 1.000 euro al giorno o 5.000 al mese.
Pochi prelievi al bancomat e scatta l'accertamento fiscale: chi rischia davvero
Come scrive InvestireOggi, oltre tali tetti se non si è in grado di dimostrare l’uso regolare per il contante ritirato in eccesso, si è soggetti a sanzioni e all'eventuale pagamento delle imposte sui redditi, come se si trattasse di evasione fiscale a tutti gli effetti.
Ma non è tutto, spiega il quotidiano finanziario. Infatti anche quando i prelievi con il bancomat sono troppo bassi nell’arco dell’anno, il titolare rischia di essere sottoposto ai controlli del Fisco.
Già, perché all’Agenzia delle Entrate qualcuno tra i funzionari inizierà a chiedersi se sia normale che Tizio, percependo 18.000 euro netti nei 12 mesi, ne abbia prelevati dal conto corrente o ne abbia spesi con carta bancomat solo – per ipotesi – 3.000. Com’è possibile, insomma, che ne riesca a risparmiare più dell’83%? Anche qui, scatta la presunzione di evasione nel caso in cui non si sia in grado di dimostrare che si abbiano altre fonti di reddito.