La denuncia di una coppia: "Non ci affittano casa perché siamo gay"
Protagonisti della triste vicenda sono Simone Schinocca e il compagno Michele Iezza: "Carini, bella presenza, due tempi indeterminati (uno in una solida azienda con ottimo stipendio, uno per una compagnia teatrale, stipendio un bel po' più bassetto, ma pur sempre a tempo indeterminato) e referenziati, ma non basta perché non siete una famiglia"
"La discriminazione non è un concetto astratto. E' qui... è ora... è ovunque dietro l'angolo". Così si sfoga sui social network una coppia che si è vista negare l'affitto di una casa perché gay. Succede a Torino, nel cuore della città.
"La proprietà non vuole. Vuole una famiglia. Vuole qualcuno che stia a lungo", è stata la risposta che ha dato loro, "con infinito imbarazzo", l'immobiliare. Ed e' la seconda volta che accade - raccontano - in pochi mesi.
Protagonisti della triste vicenda sono Simone Schinocca e il compagno Michele Iezza: "Carini, bella presenza, due tempi indeterminati (uno in una solida azienda con ottimo stipendio, uno per una compagnia teatrale, stipendio un bel po' più bassetto, ma pur sempre a tempo indeterminato) e referenziati, ma non basta perché non siete una famiglia".
"Speravo che il mio quartiere finisse sulle cronache nazionali per le sue innumerevoli qualità positive, non per una così amara vicenda che colpisce due carissimi amici e il senso comune di tutti", afferma Claudio Cerrato, presidente della Circoscrizione 4 di Torino. "Purtroppo bisogna ammettere che non è un caso isolato. Spero ancora che si riscatti a brevissimo, e che un nuovo articolo sulle cronache nazionali racconti delle offerte di affitto che riceveranno e le foto della casa che sceglieranno!".
"Continuo a pensare - scrive Simone - che ognuno la propria casa la dà a chi vuole. Ma due volte a distanza di poco lascia grande tristezza addosso. Per un po' cancello le app di ricerca di una casa... in fondo una casa ce l'abbiamo già ed è pure bella. E pensare che volevamo cercare una casa più grande proprio per essere ancora di più famiglia. Che tristezza... la discriminazione non è un concetto astratto".