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Venerdì, 29 Marzo 2024

Corinaldo, l'appello del papà di una vittima: "Sbloccate le foto nel cellulare di mia figlia''

Fazio Fabini, padre di Emma, una delle sei vittime della tragedia avvenuta un anno fa nella discoteca di Corinaldo, vorrebbe riavere le fotografie e i video contenuti nello smartphone della figlia, di cui nessuno conosce il codice di sblocco

"Condividere i suoi ultimi respiri per noi è l’unico modo per stare ancora con lei, aveva soltanto 14 ani, al sua vita è stata breve": sono le parole di Fazio Fabini, 62enne papà di Emma, una delle 6 vittime della tragedia avvenuta nella discoteca di Corinaldo, in provincia di Ancona, circa un anno fa. L'uomo ha utilizzato le pagine di Repubblica per lanciare il suo appello, per poter riavere le ultime foto della figlia, contenute nel suo cellulare. Purtroppo, nessuno conosce il codice per sbloccare l'apparecchio, così gli ultimi istanti di vita della 14enne sono prigionieri nell'apparecchio, senza che i genitori possano in nessuno modo accedervi. 

"Era un mio regalo per la sua licenza di terza media, comprato a mio nome, ho firmato io il contratto, Emma era minorenne. Quando ho dovuto riconoscere mia figlia, lei era già nella bara di zinco, nel piazzale della discoteca, e il cellulare non c’era. Nemmeno le sue amiche sapevano dove fosse - racconta Fabini - Il nostro avvocato Luca Pancotti ci ha detto di rivolgerci ai carabinieri fornendo il numero di serie. Così abbiamo saputo che era finito sotto sequestro. Dopo un mese una pattuglia dei carabinieri si presentata a casa con 5 euro: 'Sono di sua figlia, erano sotto la cover del telefonino'. Vero, le servivano per il guardaroba. L’inchiesta va avanti, la banda del peperoncino viene individuata grazie anche alle analisi sulle celle telefoniche degli aggressori".

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"Ci restituiscono l’iPhone di Emma. Proviamo varie password: la sua data di nascita, le nostre, quella delle sue amiche più care. Io avevo fiducia in mia figlia, l’ho messa in guardia contro certi pericoli, i falsi profili, e l’atteggiamento dei ragazzi più grandi, le chiedevo di raccontarmi, ma non invadevo la sua privacy - prosegue il papà di Emma - Siamo stati etichettati come genitori irresponsabili, incapaci di dire no, ma Emma era una ragazza educata, chiedeva, non pretendeva, e io non credo che l’educazione sia nel negare senza motivo. È lo Stato che deve fare in modo che i nostri figli frequentino edifici dove le norme di sicurezza siano osservate. Ad Emma piacevano Ultimo e l’attore Brodie Sangster che interpreta Newt nella saga Maze Runner. Ma nemmeno le loro date erano valide. E così ci siamo fermati perché dopo un po’ di errori il cellulare si blocca".

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"Il cellulare è di mia proprietà, Emma aveva Instagram, ma come tutte le ragazzine scattava a raffica, faceva molti video, la memoria di iCloud era già esaurita da mesi. Un conto è se Apple senza codice è inviolabile, un altro è se è solo una questione di prezzo. Nei cellulari degli indagati la polizia è entrata, quello di Emma, non più necessario per le indagini, invece resta secretato - continua ancora Fazio Fabini - L’8 dicembre è un anno che siamo senza Emma. Vorremmo rivedere il suo sorriso, non c’è foto in cui non sia lieta, recuperare non solo quell’ultima notte, ma anche il suo viaggio a Londra. Ha vissuto solo 14 anni, ritrovare i suoi ultimi mesi per noi è fondamentale, vedere le cose con i suoi occhi è un modo per starle ancora vicino''.

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"Mia figlia non è morta per malattia, né per una sua imperizia, è stata uccisa, e quando ti capita uno strazio così vorresti che le istituzioni ti chiedessero: come possiamo aiutare? Invece c’è questa Odissea del codice ed Emma al cimitero è in loculo in alto dove la mamma, va ogni giorno, e non può arrivare. Non poteva essere messa una fila più in basso, accanto a Daniele, anche lui morto quella notte? Chiediamo solo di vedere Emma viva. Ci basta un secondo. Per rivivere un po' anche noi", conclude il papà di Emma.

Fonte: La Repubblica →
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