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Venerdì, 19 Aprile 2024

Coronavirus, speranze per il farmaco anti-artrite: "La parola d'ordine è cauto ottimismo"

Ieri dimessa la prima paziente curata con il Tocilizumab, il farmaco di cui tanto si è parlato negli scorsi giorni: "E’ un ulteriore segnale di attività del farmaco" dice a NapoliToday il prof. Ascierto. Come stanno le cose: "Andrebbe somministrato prima che il paziente si aggravi"

Mercoledì è stata dimessa la prima paziente, affetta da Covid-19, che era stata curata a Napoli anche con il Tocilizumab, il farmaco anti-artrite di cui tanto si è parlato negli scorsi giorni (qui l'intervista di Today al prof. Ascierto).  "E’ un ulteriore segnale di attività del farmaco” ha detto - raggiunto da Barbara Fiorillo di NapoliToday -  il Prof. Paolo Ascierto, direttore di Struttura Complessa Melanoma e Terapie Innovative del Pascale, che per primo aveva avuto l’intuizione di impiegare questo farmaco off-label nel trattamento dei pazienti in cui era stata diagnosticata una polmonite interstiziale causata dal coronavirus Sars-Cov2.

Coronavirus e Tocilizumab: parla il Prof. Paolo Ascierto

L’oncologo, dopo un confronto diretto con i medici cinesi, aveva avviato il 7 marzo, in collaborazione con l’ospedale Cotugno, l’utilizzo e la sperimentazione del Tocilizumab, che, da subito, aveva fatto registrare miglioramenti importanti nei pazienti trattati. Poi l’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato un protocollo e autorizzato lo studio, partito una settimana fa, con l’obiettivo di valutarne l'efficacia.

La prima paziente dimessa è evidentemente un buon segnale: "La paziente ha lasciato ieri il reparto del dott. Parrella del Cotugno perché le sue condizioni erano migliorate e due tamponi consecutivi erano risultati negativi. Per ora cauto ottimismo resta la parola d’ordine. La sperimentazione ci dirà” spiega Ascierto.

Grazie al trattamento con il farmaco anti-artrite, altri quattro pazienti sono stati estubati nei giorni scorsi. Come stanno?

“Stanno bene e presto saranno in reparto”.

Ascierto chiarisce molti aspetti del "Toci", così lui e la sua equipe si riferiscono al Tocilizumab.

In quale fase dell’infezione viene somministrato il Tocilizumab perché abbia effetto, e dopo quanto tempo si hanno i primi risultati?

“Il Tocilizumab perché possa avere un’efficacia dovrebbe essere somministrato prima che il paziente si aggravi e che quindi si inneschino i meccanismi di danno polmonare indotti dall’infezione virale. Le indicazioni nell’ambito della sperimentazione sono attualmente di somministrare il farmaco in pazienti con grave insufficienza respiratoria (saturazione di ossigeno < 93% o rapporto P/F < 300) e che non siano stati intubati da più di 24ore (nella fase 2 dello studio) o in pazienti intubati da più di 24 ore (nella coorte osservazionale)”.

Anche il numero di tamponi effettuati fino a oggi è argomento di discussione, Ascierto ritiene che si debba "riuscire ad isolare quelli che sono i pazienti asintomatici e i paucisintomaci, in maniera da limitare il contagio.

Dopo l'ok alla sperimentazione del Tocilizumab, l’AIFA ha autorizzato anche la sperimentazione di un farmaco antinfluenzale usato in Giappone, l’Avigan. Cosa pensa di questo farmaco?

“L’Avigan, il Favipiravir, è un farmaco utilizzato in Giappone dal 2014 per il trattamento dell’influenza stagionale. L’AIFA sta sviluppando un programma di sperimentazione e ricerca per valutare l’impatto del farmaco Avigan, nelle fasi iniziali della malattia da SARS-CoV2. Tuttavia al momento non esistono prove scientifiche cliniche che dimostrino la sua efficacia e sicurezza in questi pazienti, infatti i dati ad oggi disponibili si riferiscono a dati preliminari di un piccolo studio non randomizzato”.

L'intervista completa al professor Paolo Ascierto, dove si mette in chiaro come per un vaccino per il Covid-19 ci sia ancora da attendere, e non poco, è su NapoliToday.

Fonte: NapoliToday →
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