rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024

Coronavirus, l'italiano a Hong Kong: "Abbiamo rispettato le regole e vediamo la fine del tunnel"

Marco Galimberti, general manager di Venchi, è stato negli scorsi 40 giorni testimone diretto di una Hong Kong blindata, nel pieno dell'emergenza coronavirus: "Ripartiamo"

Ha 34 anni Marco Galimberti, ed è il general manager di Venchi. Di Milano, è stato negli scorsi 40 giorni testimone diretto di una Hong Kong (città stato in cui lavora e vive) blindata, nel pieno dell'emergenza coronavirus. Al Corriere della Sera racconta come ha vissuto l'ultimo mese e mezzo: 40 giorni sono bastati per uscire dall’emergenza. “Il 24 gennaio la vita è cambiata e il fatturato è crollato. Le misure sono state determinanti per contenere il virus. Ora vediamo la luce alla fine del tunnel. Dobbiamo solo tenere duro”.

Le difficoltà sono state improvvise e pesanti. "Era il capodanno cinese, un periodo di migrazioni. È stato bloccato tutto. Mancavano le mascherine, mancava l’amuchina. La situazione igienico sanitaria era tremenda. I centri commerciali all’interno dei quali si trovano i nostri negozi ci chiedevano delle misure sanitarie che non eravamo in grado di rispettare" racconta Galimberti.

"Qui le misure sono state determinanti per contenere il virus"

"Dall’Italia ci hanno spedito 6.000 mascherine, altrettanto hanno fatto dalla Cina e la nostra vita è cambiata da un momento all’altro. Discorso diverso per i cinesi che sin dall’inizio, avendo vissuto la Sars, si sono autolimitati e hanno imposto regole molto rigide con la chiusura di tutte le scuole anche a Hong Kong. Guardando i numeri dico che le misure sono state determinanti per contenere il virus. A Hong Kong durante il capodanno c’erano tre milioni di cinesi, eppure i contagiati sono stati solo un centinaio e i decessi due. Su una popolazione di 7 milioni".

La città è ripartita con cautela e regole severe. "Mascherine per tutti, guanti per servire i gelati, sanificazioni degli spazi comuni, della cassa, di tutti i tavoli. Anche del pos. Operazione ripetuta ogni due ore con alcol al 75 per cento. Maniglie, porte, tutto quello che veniva a contatto con il pubblico". Ora si intravede la luce in fondo al tunnel:

"Lo abbiamo capito quando abbiamo visto che la curva del fatturato si stava lievemente riprendendo. Più lentamente rispetto alla curva dei contagi, ma in movimento. Adesso a 40 giorni dall’inizio, il business riparte, i negozi sono stati riaperti man mano hanno riaperto scuole e fabbriche".

Fonte: Corriere della Sera →
Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Coronavirus, l'italiano a Hong Kong: "Abbiamo rispettato le regole e vediamo la fine del tunnel"

Today è in caricamento