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Venerdì, 19 Aprile 2024

Coronavirus, la Regione paga ma il carico sparisce: 10 milioni di mascherine svanite nel nulla

Ha i contorni del giallo la vicenda che interessa una partita di dispositivi di prevenzione anti coronavirus destinata alla regione Lazio. La replica: ''Non c'è stata alcuna truffa''

In questo momento di emergenza coronavirus, le mascherine protettive sono un bene molto ricercato e quasi introvabile. Mentre istituzioni e cittadini si affannano per acquistarle, succede che un carico da 10 milioni di euro di dispositivi svanisca nel nulla. Una vicenda avvolta nel mistero e che riguarda una commessa di mascherine già pagata con fondi pubblici. 

Come racconta Ginevra Nozzoli su RomaToday, adesso il caso è finito sotto la lente d'ingrandimento del consiglio regionale, oggetto di un'interrogazione urgente dell'esponente di Fratelli d'Italia, Chiara Colosimo. 

Coronavirus, sparite le mascherine comprate dalla Regione Lazio

Siamo a metà marzo, le mascherine per chi lavora nelle corsie degli ospedali sono già un'urgenza impellente. L'Agenzia regionale della Protezione civile sceglie una ditta che assicura, sulla carta, i tempi di consegna più rapidi possibili. Una decina di giorni. Entrando nel dettaglio, e stando ai termini contrattuali fissati nelle apposite determinazioni dirigenziali di cui RomaToday è venuta in possesso, le tre distinte forniture di mascherine FFP2 (a 3,60 euro l'una), FFP3 (a 3,90 euro l'una) e chirurgiche (a 0,58 centesimi l'una) dovevano essere spedite entro il 18 marzo e fatte arrivare a destinazione in più tranche entro il 30.

A consegnarle una ditta scelta tramite affidamento diretto, produttrice di lampadine e materiale elettrico all'ingrosso con sede a Roma e, come socio al 49% un cittadino cinese domiciliato a Ningbo, città della Cina nella provincia dello Zhejiang. Il tutto per un impegno di spesa totale di 35 milioni e 819 mila euro e un anticipo già versato sulle prime due partite di 11 milioni e 346mila.

Invece, l'azienda non ha rispettato i termini fissati per l'arrivo delle mascherine e, secondo la ricostruzione dell'ente regionale, ha poi fornito il numero di volo di un aereo che avrebbe dovuto trasportare il carico. Su quel volo però non c'era niente, neanche una mascherina. In quel momento è partita la revoca del contratto con richiesta di restituzione del 50% anticipato e come penale la cifra nel frattempo elargita a un'altra azienda subentrata nell'affidamento: 730mila euro, un costo decisamente più basso, per la stessa tipologia di fornitura. In parallelo la minaccia di ricorrere in tribunale in caso di inadempimento. 

Coronavirus e mascherine scomparse: la replica della Regione Lazio

"In merito all’interrogazione presentata da Fratelli d’Italia è bene premettere che non ci troviamo di fronte ad alcuna truffa. La protezione civile della Regione Lazio, nella stretta osservanza della normativa nazionale emanata nel contesto emergenziale, e dopo aver effettuato tutte le verifiche del caso, ha ordinato presso un’azienda tre forniture per Dispositivi Individuali di Protezione, anticipando come espressamente previsto dalle suddette norme, un acconto sul prezzo". Lo comunica in una nota la Regione Lazio.

"L’azienda al momento non è stata in grado di adempiere a due delle tre forniture richieste e per questo è stata avanzata l’immediata richiesta formale di restituzione dell’anticipo. La società - conclude la Regione Lazio - a differenza di quanto sostenuto, non è sparita nel nulla ma è quotidianamente in contatto con la protezione civile. Quanto sopra, per altro, trova piena corrispondenza con gli atti amministrativi adottati dalla protezione civile e che rivelano, oltre a quanto diffuso nell'interrogazione, la realtà dei fatti e la piena legittimità delle procedure seguite”.

Fonte: RomaToday →
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