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Venerdì, 19 Aprile 2024

Sospetto Covid, il 118 indirizza anziana coppia al pronto soccorso: l'indegno caso di Medicina

Alle porte di Bologna si consuma una vicenda surreale in quella che solo poi diventerà una zona rossa. Valentina racconta l'odissea degli anziani genitori, il padre paziente oncologico rimandato a casa e la madre falsa negativa ora in quarantena

"È durissima seguire la malattia dei propri genitori a distanza". Valentina lavora a Roma, ma i suoi genitori vivono a Medicina, ex zona rossa dell'Emilia-Romagna. Suo papà (74 anni) era un assiduo frequentatore del centro sociale ricreativo per anziani Medicivitas, nella frazione di Ganzanigo, diventato focolaio di Coronavirus e la mamma (72enne), attualmente in quarantena e ospedalizzata, ha contratto il virus.

"Tutto è cominciato il 5 marzo scorso, quando al circolo civico i soci hanno cominciato a contagiarsi l'un l'altro. Mio padre - racconta Valentina - era stato al tavolo da gioco con il primo infetto e così il 6 marzo è stato contattato dall'Ausl di Imola, che lo aveva avvertito che sarebbero passati a casa il giorno dopo, vista anche la sua condizione di paziente oncologico".

"Ma non è arrivato nessuno, e neppure quello dopo e ci è parso molto strano. Poi, l'11 marzo mia mamma ha iniziato ad avere i sintomi di un'influenza. Passato qualche giorno è peggiorata e ha tentato di nascondermelo evitando la classica videochiamata. Io mi sono allarmata e ho chiamato il 118".

"I sanitari, sorprendendoci moltissimo perchè indicazione opposta ai suggerimenti che sentivamo, hanno detto ai miei genitori di recarsi subito al pronto soccorso e loro lo hanno fatto. Sono andati all'ospedale di Budrio dove, come immaginabile, sono stati rimproverati per essersi mossi da casa con un sospetto Covid. Mia mamma è stata subito ricoverata e mio padre rimandato a casa con una serie di raccomandazioni, ma nessun riguardo per la sua patologia oncologica".

Intanto il 16 marzo Medicina è diventata zona rossa.

Dunque sua mamma è risultata positiva al Covid-19? "Non è stato così semplice. In un primo momento le hanno fatto una tac polmonare e da quello che hanno visto, i medici non avevano molti dubbi sull'eventualità che avesse contratto il virus, ma il primo tampone è risultato un falso negativo. Idem il secondo ed è stato necessario attendere il terzo tampone una settimana dopo per avere la conferma definitiva. Intanto era stata intubata, mentre i suoi compagni di stanza con test positivo venivano via via trasferiti a Bologna. Alla fine è toccato anche a lei ed è stata ricoverata al Sant'Orsola. Adesso si trova in quarantena a Villa Laura e non può andare a casa perchè c'è il rischio che contagi mio padre".

Sei preoccupata per lui? "Sì, sono preoccupata intanto perchè è solo e poi perchè a breve dovrà cominciare un ciclo di radioterapia e non ha nessuno che possa accompagnarlo a Bologna. Il presidente del circolo Medicivitas mi ha telefonato e mi ha detto che forse la Croce Rossa può fare qualcosa per lui, ma non lo sappiamo ancora...".

Fonte: BolognaToday →
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