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Giovedì, 25 Aprile 2024

Coronavirus, ecco perché il Sole gioca un ruolo determinante nel fermare i contagi

Secondo una nuova ricerca le goccioline che possono essere emesse da un eventuale soggetto covid positivo - quando vengono colpite dai raggi solari - vedono la carica virale disattivarsi in pochi secondi. Una garanzia per una estate al mare in sicurezza 

All'aumentare dell'irraggiamento solare diminuisce il numero di nuovi contagi: lo stanno dimostrando immunologi e astrofisici dell'Università degli Studi di Milano e Inaf che hanno pubblicato un corposo studio è disponibile in preprint sul network medrxiv. Tra gli autori Mario Clerici, professore ordinario di Immunologia all’Università di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi che oggi al Corriere della Sera ha parlato della ricerca e degli effetti dei raggi ultravioletti sull’epidemia di Sars-CoV-2.

"Nell’esperimento sono state posizionate sotto le lampade gocce di liquido di diverse dimensioni contenenti Sars-CoV-2. La carica virale è stata inattivata in pochi secondi al 99,9% da una piccola quantità di raggi Uv-C".

I raggi ultravioletti di tipo c sono quella gamma di radiazione solare che non arriva sulla Terra perché bloccati dall’atmosfera, ma come spiega il ricercatore "risultati molto simili" sarebbero ottenibili anche grazie ai raggi Uv-A e Uv-B. Secondo la ricerca le goccioline che possono essere emesse da un eventuale soggetto positivo, quando vengono colpite dai raggi solari vedono la carica virale disattivarsi in pochi secondi. Una garanzia per una estate al mare in sicurezza. 

I dati sarebbero evidenti anche grazie al lavoro degli astrofisici che hanno raccolto informazioni abbinando la quantità di raggi solari in 260 Paesi dal 15 gennaio a fine maggio e i livelli di contagio.

"La corrispondenza con l’andamento dell’epidemia di Sars-CoV-2 è risultata quasi perfetta: minore è la quantità di UvA e UvB, maggiore è il numero di infezioni. Questo potrebbe spiegarci perché in Italia, ora che è estate, abbiamo pochissimi casi e quasi tutti con pochi sintomi, mentre alcuni Paesi nell’altro emisfero come quelli del Sud America, in cui è inverno — stanno affrontando il picco. Un caso a sé stante è rappresentato da Bangladesh, India e Pakistan dove, nonostante il clima caldo, le nuvole dei monsoni bloccano i raggi solari".

Dunque i coronavirus non sarebbe oggi meno cattivo, ma il minor impatto dell'epidemia sarebbe dovuta ai raggi solari che rendendo molto più difficile la trasmissione da un soggetto all’altro e anche la replicazione all’interno di un organismo. 

Ovviamente un fattore importante lo avranno anche le misure di contenimento adottate come il distanziamento fisico e l'uso delle mascherine, ma lo studio mette in evidenza il rilevante fattore prodotto dalla quantità di raggi solari che arrivano sulla Terra.

Fonte: Corriere della Sera →
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