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Venerdì, 29 Marzo 2024

La povertà toglie due anni di vita: "Quasi come fumo, diabete e obesità"

La prestigiosa rivista The Lancet ha presentato i primi risultati di Lifepath, un progetto dell’Unione Europea, nato con lo scopo di fornire dati aggiornati, significativi e innovativi sulla relazione fra diseguaglianze sociali e diseguaglianze di salute. Sono stati analizzati i dati di quasi 50 studi sul tema, per un campione totale di oltre 1,7 milioni di persone

La povertà "ruba" due anni di vita, quasi quanto fumo, obesità e diabete: è quel che emerge da uno studio pubblicato da una prestigiosa rivista scientifica che ha coinvolto quasi due milioni di persone per ben 13 anni. 

Chi si trova ad affrontare una cattiva condizione sociale ed economica vive due anni in meno. E la questione non è da sottovalutare, se come sottolinea l'Eurispes la metà delle famiglie italiane non arriva a fine mese e per una famiglia su 4 un problema medico è un problema enorme per il portafoglio.

The Lancet ha da pochi giorni presentato i primi risultati di Lifepath, un progetto dell’Unione Europea, nato con lo scopo di fornire dati aggiornati, significativi e innovativi sulla relazione fra diseguaglianze sociali e diseguaglianze di salute.

Comparare l’effetto sulla salute di un basso status socio economico con quello di altri fattori di rischio già conosciuti porta a risultati inattesi: la povertà accorcia la vita di oltre due anni (1,5 per le donne e 2,6 per gli uomini). E se fumare toglie 4,8 anni di vita , il diabete ne toglie 3,9 anni e la sedentarietà 2,4 anni, è chiaro che la povertà è paragonabile a tutti gli altri cosiddetti "big killer".

I risultati dello studio portato avanti da The Lancet sono particolarmente attendibili, perché riuniscono i dati di quasi 50 differenti studi sul tema, per un campione totale di oltre 1,7 milioni di persone che vivono in Regno Unito, Italia, Portogallo, Stati Uniti, Australia, Svizzera e Francia.

Secondo Unimpresa sono oltre 9,3 milioni gli italiani non ce la fanno e sono a rischio povertà: è sempre più estesa l'area di disagio sociale che non accenna a restringersi. Tra il 2015 e il 2016 altre 63mila persone sono entrate nel bacino dei deboli in Italia: complessivamente, adesso, si tratta di 9 milioni e 308 mila soggetti in difficoltà. 

Fonte: The Lancet →
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