Grillo 'difende' la Idem: "Quelli di Unipol e Mps si indignano per l'Ici del ministro"

Per lo "scandalo" Ici non pagata Josefa Idem si è dimessa. Non è più ministro. Ma in sua "difesa" interviene Beppe Grillo. Certo, quella del leader del Movimento 5 Stelle non è proprio una "difesa, difesa". Anche perché attacca così: "Non voglio fare il difensore d'ufficio, anzi, della Idem, eletta per meriti sportivi come donna immagine di un partito che non ha più né immagine, né reputazione".

Ma "infastidisce, irrita, ti fa incazzare l'ipocrisia di personaggi che hanno sequoie giganti nel fondo schiena che si chiamano Unipol e MPS e che si indignano per l'Ici della Idem". E così più che difendere l'ex azzurra, Grillo coglie la palla al balzo per ricordare le "malefatte" di chi oggi ha "imposto" le dimissioni della Idem.

Se ha sbagliato è giusto che paghi, i partiti osservino però almeno un dignitoso silenzio per non farci vomitare

E ancora: "Sono state chieste le dimissioni di Josefa Idem, le ha date. Forse le sono state imposte. Ha commesso un errore? Ha pagato. Però, chi può scagliare la prima pietra? Chi nei partiti può giudicare la Idem?", domanda Grillo.

Non Capitan Findus Letta del pdmenoelle che ha incassato centinaia di milioni di euro di finanziamento pubblico contro un referendum contrario. Come si chiama questo? Scippo? Appropriazione indebita? Truffa? Non possono giudicarla i giannizzeri dello psiconano in Parlamento, nominati da un condannato in secondo grado per frode fiscale a quattro anni di carcere e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Né la Lega di Belsito e della progenie di Bossi.

E allora "chi può scagliare la prima Idem? Ci sono in questa vicenda due pesi e due misure intollerabili. La morale e l'etica ormai si pesano. Dipende dal soggetto che viene giudicato".