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Giovedì, 25 Aprile 2024

Coronavirus, due donne in quarantena scappano dall'ospedale: "Era una gabbia, basta"

Erano in due ospedali diversi, a San Pietroburgo e Samara. Una è riuscita a scappare da una finestra, l'altra ha manomesso la serratura magnetica

Erano in isolamento per una possibile infezione da coronavirus dopo un viaggio nella regione cinese di Hainan e sono fuggite dai rispettivi ospedali. E' successo in Russia, dove due donne hanno spiegato di essere "evase" - una da una clinica a Samara e l'altra a San Pietroburgo - per le cattive condizioni in cui versavano le strutture e per la paura di essere contagiate. Una donna è scappata da una finestra, mentre l'altra ha manomesso una serratura elettronica.

Coronavirus, donna in quarantena evade dall'ospedale: "Condizioni tremende"

Una delle due donne russe - Alla Ilyina di 32 anni - è riuscita a fuggire dall’ospedale Botkinskaya di San Pietroburgo, dove i medici avevano deciso di trattenerla, come da prassi, in osservazione per due settimane, pur essendo risultata negativa ai test del coronavirus. Dopo due giorni di isolamento, ha scassinato la serratura magnetica ed è scappata. "Era una gabbia, non capisco perché avrei dovuto rimanere", ha raccontato la donna al Moscow Times. La donna ha raccontato come, "da cittadina responsabile", abbia contattato i servizi sanitari dopo aver accusato un mal di gola al rientro dal viaggio in Cina. Da qui il ricovero preventivo che, nel giro di una notte, si è trasformato in coatto, per almeno quattordici giorni. Le condizioni, dice, erano tremende: "Una stanza squallida, niente internet, scarsa attenzione del personale medico, dubbia pulizia".

E così, al secondo giorno di ricovero, ha deciso di fuggire. Alla Ilyina ha anche pubblicato un video su Instagram in cui spiega dettagliatamente come ha fatto a fuggire dalla clinica. "Prima ho disegnato una mappa e fatto un piano dettagliato. Quando è arrivata la sera e il personale medico ha abbassato la guardia, ho messo in corto circuito la serratura magnetica nella mia stanza e ho aperto la porta: ho studiato fisica, il che mi ha aiutato", ha raccontato Ilyina. "La nostra Costituzione garantisce la libertà, non capisco perché dovevo stare in gabbia in ospedale", ha dichiarato al giornale. Secondo i media russi, l'ospedale ha comunicato alla polizia la fuga di Ilyina e potrebbe essere avviata un'indagine penale sull'accaduto.

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La seconda fuga è avvenuta all'ospedale di Samara, città sulla riva del Volga. Una donna ha raccontato di essersi presentata in ospedale perché il figlio ha avuto tosse e febbre al rientro da un viaggio di famiglia in Cina. Madre e figlio sono stati sottoposti a test e messi in quarantena in attesa degli esiti, come da prassi. "Dopo qualche giorno nella struttura ho chiesto informazioni ma ho riscontrato solo ostruzionismo da parte del personale medico. Spesso i medici si presentavano nell'area di isolamento senza maschere". Il dottore, interpellato dal marito della donna, ha detto che madre e figlio dovevano essere trattenuti per quattordici giorni anche con il test del coronavirus negativo. A questo punto è scattata la fuga. "Non c'era uscita per noi se non quella di lasciare l'ospedale senza autorizzazione, attraverso la finestra", ha detto la donna, poi interrogata dalla polizia. 
 

Fonte: The Moscow Times →
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