Quattro italiani su dieci non hanno mai navigato in internet

In tema di tecnologie e di web l'Italia è in uno spaventoso ritardo rispetto alla media dei paesi dell'Ue. Più che una notizia, ormai, questo è un dato di fatto. Ma stavolta i numeri, se possibile, sono ancora più impietosi.

Il dossier presentato ieri a Roma in occasione del forum annuale promosso da Confindustria Digitale non ammette repliche e, come spiega La Stampa, "fotografa bene la realtà italiana". 

Se in tema di "infrastrutture" non siamo messi male, "il 96% delle case è collegato (o collegabile) alla rete Internet ad una velocità di almeno 2 megabyte al secondo a fronte di una media europea del 95,5%", è nell'uso che facciamo di questo mezzo che siamo veramente scarsi.

In Italia solo il 53% usa regolarmente internet, contro una media Ue del 70%. Mentre il 38% non l’ha addirittura mai usato (22% nella Ue). 
 
Per La Stampa è "Colpa di quelli che il viceministro allo Sviluppo Antonio Catricalà chiama digital evaders, ovvero gli evasori digitali". Alcuni esempi? "Il dirigente che stampa la mail per farla leggere al collaboratore anziché inviarla, o interi gruppi importanti che fanno muro. 

Il risultato? "A fronte di un obiettivo 2015 di far dialogare on line il 50% della popolazione con le pubbliche amministrazioni noi oggi siamo al 19%, ultimi in classifica, contro una media Ue del 44% e punte che nei Paesi scandinavi arrivano al 70. Idem per gli acquisti on line: siamo fermi al 17% contro una media Ue del 45%".

Spiegano ancora gli esperti di Confindustria Digitale: "Solo il 5% dei Comuni consente di pagare le multe per infrazioni stradali on-line e appena il 37% degli enti ha attivato processi di integrazione con le banche dati gestite da altri enti. Il record del caos informatico spetta al sistema informativo fiscale: le banche dati sono addirittura 129, la maggior parte delle quali non interoperabili".