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Giovedì, 25 Aprile 2024

Elicotteri "italianissimi" guidano l'offensiva di Erdogan contro i curdi

Mangusta è il nome dei bimotori acquistati da Ankara. Sono stati Costruiti in Turchia su licenza della Leonardo, coprono l'avanzata dell'esercito nel Kurdistan

Sono italianissimi gli elicotteri militari che guidano l'offensiva di Erdogan nel nord della Siria. Agusta A129 Mangusta è il nome dei bimotori acquistati da Ankara. Sono stati Costruiti in Turchia su licenza della Leonardo italiana, e di fatto coprono l'avanzata dell'esercito nelle zone finora controllate dalle milizie curde. "I micidiali elicotteri made in Italy sono il vero orgoglio di Erdogan" titola Repubblica.

Nell'articolo di Gianluca Di Feo si spiega come gli Agusta A29 Mangusta siano macchine micidiali. "Piccole, veloci, robuste ma zeppe di apparati hi-tech. Scoprono gli obiettivi con un radar e un sistema infrarossi, a cui non sfugge nulla neppure di notte, nemmeno nei boschi. Hanno una torretta con un cannone a tre canne rotanti: per puntarlo basta che il pilota guardi il bersaglio, l’arma segue il suo occhio e spara 500 colpi in meno di un secondo".

Vere e proprie macchine di morte in grado di lanciare fino a 76 razzi. 

Cabina, motori e trasmissioni sono blindati – un Mangusta italiano in Afghanistan ha incassato cento pallottole senza problemi – e c’è un congegno per deviare i rari missili terra-aria dei guerriglieri. Per i curdi fermarli è quasi impossibile.

Agusta A129 Mangusta alla Turchia: contratto risale al 2007

Il contratto siglato con la Turchia per l'acquisto dei Mangusta risale a 12 anni fa. Allora in tanti ventilavano addirittura l'ingresso della Turchia in Europa. Erdogan aveva scelto non di comprare elicotteri finiti, ma di portare in Turchia mezzi e conoscenze per "farli in casa".

E per questo ha pagato una cifra enorme: Finmeccanica ha ottenuto un miliardo e 79 milioni soltanto per la licenza, l’assistenza e i prototipi. Altri 300 milioni sono stati sborsati nel 2010 per una fornitura rapida di nove Mangusta. L’esordio in battaglia risale al 2015: due di questi velivoli – che i turchi chiamano Atak – hanno assaltato una base del Pkk.

Fonte: La Repubblica →
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