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Venerdì, 29 Marzo 2024

Emilio Fede: fenomenologia di un giornalista controverso

Aldo Grasso, Vittorio Feltri e Maurizio Costanzo: le loro reazioni all'addio di Emilio Fede al Tg4

Rien ne va plus, les jeux sont faits . La pallina si è fermata sullo zero, ma questa volta Emilio Fede non ha vinto nulla

Inizia così l'articolo di Aldo Grasso, arci-nemico storico dell'ex direttore del Tg4, pubblicato sul Corriere della Sera.
Quella di Aldo Grasso non vuole però essere l'ultima stilettata a un avversario sconfitto, ma un cavalleresco "onore delle armi" a chi, nel bene e nel male, è stato uno dei più importanti giornalisti della storia della televisione italiana.

Onore delle armi, perché Fede, come ebbe a riconoscergli persino Sergio Cofferati, è uno spudoratamente onesto: «la sua è un'informazione di parte, ma è senza infingimenti. Altri sono faziosi, ma fingono di non esserlo». Da quando è sbarcato alla corte del Biscione, non ha mai fatto mistero del suo tifo, della sua venerazione, della sua partigianeria

Un'indubbio fiuto e una decisa professionalità hanno fatto di Fede, sempre secondo Aldo Grasso, un personaggio televisivo tra i più noti.

Con il pionieristico tg di Mediaset (allora Fininvest) e con pochi mezzi ha sempre fatto informazione, da one man show. Ha piazzato diversi scoop, ha preso qualche toppa (quella delle bandierine elettorali), ma ha sempre dimostrato di esserci. Ha lanciato molti giornalisti (Timperi, Brosio, Capuozzo, Lombezzi, Fedeli), ha tenuto banco fino alla fine

Di Fede ha scritto anche il collega Vittorio Feltri, direttore de "Il Giornale".

Fede è un personaggio da romanzo, complesso ed enigmatico, spontaneo negli atteggiamenti, ma non sempre schietto come appare

Quella di Feltri è una vera e propria apologia dell'ex direttore del Tg4.

Fede nel giornalismo televisivo ha fatto scuola. L'informazione in Fininvest l'ha inventata lui
Un cronista formidabile capace di calamitare l'attenzione dei telespettatori con due immagini e quattro appunti per ore e ore. Tutto questo sarebbe disonesto dimenticarlo. Il resto è vita

Fino alla conclusione:

Senza Fede, non c'è più religione

Anche Maurizio Costanzo, altro grande "vecchio" della televisione italiana, parla, in un'intervista rilasciata a "La Stampa" dell'addio di Fede.

"Lui è stato un giornalista di assoluto rispetto. Con la famosa vicenda della Guerra del Golfo, ha cominciato a trasmettere le dirette delle battaglie, delle azioni militari, nelle televisioni private. Adesso ci sembra tutto ovvio, ma a quei tempi non era così. Si trattava di collegamenti assai complicati da gestire, da mandare avanti. Prima ancora ci fu il suo lavoro alla Rai. I suoi servizi dall’Africa, la direzione del telegiornale della prima rete".
Lasciare un lavoro che appassiona è difficile?
"Sì, la trappola è sempre pronta. Ma non dobbiamo mai dimenticare Greta Garbo, che smise di fare la diva, e l’attrice, al massimo del suo fulgore"

Emilio Fede, la fotostoria | INFOPHOTO

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