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Giovedì, 28 Marzo 2024

Prende 1800 euro al mese, ma sta con i gilet gialli: "Non riesco a risparmiare nulla"

Il ceto medio si considera penalizzato dalle politiche del governo (non solo del governo Macron, ma anche di quelli che hanno guidato la Francia negli ultimi vent'anni): la protesta dei gilet gialli non è finita. La testimonianza di Sylvie

La protesta dei gilet gialli in Francia è scesa di tono, almeno per quel che riguarda le manifestazioni di piazza, ma è ancora viva e vegeta. Al punto che secondo fonti vicine al capo dello Stato, citate da Le Journal du Dimanche, Emmanuel Macron avrebbe preparato la sua risposta alle proteste dei gilet gialli con l’organizzazione di un referendum nazionale il 26 maggio, lo stesso giorno delle elezioni Europee. Quel giorno i cittadini sarebbero quindi chiamati a esprimersi su temi come il funzionamento delle istituzioni, il numero dei parlamentari, la partecipazione popolare alla vita politica e il diritto di indire referendum di iniziativa popolare. Un'ipotesi per ora, non ci sono conferme. Ma l'ipotesi è credibile.

Il movimento dei gilet gialli è nato sui social network e poi ha organizzato manifestazioni in tutto il Paese. Le proteste sono partite dall’aumento dei prezzi del carburante, ma si sono poi estese alle questioni sociali e alle critiche contro le scelte del governo di Macron. Emblematica è la testimonianza di Sylvie, madre di famiglia che guadagna 1800 euro al mese, ma non riesce a risparmiare nulla. Per questo protesta con i gilet gialli. Lo racconta in un reportage di Arte in italiano "Gilet gialli in Francia: la rivolta del ceto medio".

L'esordio dei gilet gialli al casello dell'autostrada (ma sono solo in 30)

Ceto medio, sì. Perché Sylvie ha uno stipendio più che buono. Ma lei, madre di due bambine, con 1.780 euro al mese – tra stipendio e assegni statali – non risparmia neanche un centesimo a causa delle spese in carburante. Vive in una zona priva di trasporti pubblici efficaci, e così ha aderito al movimento dei gilet gialli. Il ceto medio si considera penalizzato dalle politiche del governo (non solo del governo Macron, ma anche di quelli che hanno guidato la Francia negli ultimi vent'anni). In un paese che spende il 31.2% del PIL in spese sociali destinate alle fasce più deboli, sono in tanti a pensarla come Sylvie.

Il movimento ha preso negli ultimi giorni una dimensione politica con la creazione di due liste: quella dei "Gilet Gialli", di Ingrid Levavasseur e "Emergents", creata da Jacline Mouraud

Fonte: Huffington Post →
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