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Giovedì, 25 Aprile 2024

Nel 2015 sono stati uccisi 110 giornalisti: due su tre non erano in zone di guerra

I posti più pericolosi al mondo restano l'Iraq e la Siria, con 11 e 10 vittime rispettivamente. Ma al terzo posto c'è la Francia, con gli otto giornalisti assassinati dall'attacco jihadista alla redazione di Charlie Hebdo

In alcuni paesi fare il giornalista significa mettere quotidianamente a repentaglio la propria vita. Un totale di 110 giornalisti sono rimasti uccisi nel mondo nel 2015. L'ha riferito Reporter senza frontiere, spiegando che la maggior parte di loro è stata colpita deliberatamente per il proprio lavoro in paesi cosiddetti "pacifici". Sono 67 i giornalisti morti nell'esercizio delle loro funzioni, mentre altri 43 sono morti in circostanze ancora non del tutto chiarite. 

Inoltre, 27 "citizen-journalist" non professionisti e sette altri operatori dei media sono stati uccisi. Il bilancio, pesante, è "ampiamente attribuibile a deliberate violenze contro giornalisti" e dimostra il fallimento delle iniziative per proteggere gli operatori dei media, spiega il rapporto annuale di Rsf, chiedendo alle Nazioni unite di muoversi. In particolare, il rapporto accende un faro sul crescente ruolo di "gruppi non statali" - a partire dai jihadisti legati all'Isis - nel perpetrare atrocità contro i giornalisti. 

Charlie Hebdo, la Francia risponde e scende in piazza @TM News Infophoto

Nel 2014 due terzi dei giornalisti uccisi sono caduti in zone di guerra. Nel 2015 è stato l'esatto opposto: "Due terzi sono morti in paesi in pace". Il segretario generale di Rsf, Christophe Deloire, ha definito "assolutamente essenziale" la creazione di un meccanismo specifico di protezione dei giornalisti. I 67 del 2015 portano a 787 i giornalisti assassinati nel corso del loro lavoro dal 2005, spiega ancora l'organizzazione con base a Parigi. Nel 2014 erano state 66 le vittime. 

I posti più pericolosi al mondo restano l'Iraq e la Siria, con 11 e 10 vittime rispettivamente. Ma al terzo posto c'è la Francia, con gli otto giornalisti assassinati dall'attacco jihadista alla redazione di Charlie Hebdo

Fonte: Reporters without borders →
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