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Venerdì, 19 Aprile 2024

Pisapia si fa avanti: "Pronto a unire la sinistra, Renzi dialoghi con noi"

L'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, in una intervista a Repubblica, si dice pronto a tornare in pista raccogliendo l'eredità dei "sindaci arancione"

Sarà lui la figura in grado di unire le varie anime della sinistra "a sinistra del Pd"? Lo sussurranno in tanti nelle ultime ore, e lui non si nasconde.

Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, in una intervista a Repubblica si dice pronto a tornare in pista raccogliendo l'eredità dei "sindaci arancione".

"Questo è il momento della verità. I cittadini vogliono che ci sia un Parlamento che garantisca la governabilità, dove le mediazioni avvengano tra forze politiche che si riconoscono negli stessi valori e negli stessi principi. Oggi non è così, perché siamo in uno stato di necessità e non c'è una maggioranza alternativa a questa. Però - aggiunge Pisapia - le elezioni sarebbero, per il Pd, il momento decisivo per le sue scelte. Renzi dovrebbe scegliere se guardare a un'alleanza a sinistra, formando un centrosinistra, o un'alleanza con il Nuovo Centro Destra che trasformerebbe il Pd in un partito geneticamente modificato"

Pisapia indica anche il nome del nuovo soggetto politico sotto il quale riunire il popolo di sinistra e disponibile a un'alleanza leale con Renzi: "Il popolo del Pd, io lo conosco bene, non accetterebbe mai la seconda soluzione. Quindi serve un'alleanza aperta, diamole un nome: Campo Progressista, che riunisca le forze di sinistra in grado di assumersi una responsabilità di governo. Non per motivi di potere ma per fare le cose di sinistra". 

"Intendiamoci: anche questo governo ha fatto cose di sinistra - ricorda -, penso alle unioni civili, ma ha dovuto fare anche altre cose che nascevano dalla necessità di arrivare a un compromesso con un partito di centro-destra. Questo non va più bene". Ma, aggiunge, occorre mettere dei "paletti ben precisi: nessuna alleanza con le forze di centro-destra o con quelle persone che non hanno la credibilità o l'affidabilità necessarie, anche se i loro voti oggi sono diventati indispensabili in Parlamento".

Fonte: La Repubblica →
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