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Giovedì, 25 Aprile 2024

"Distilleria clandestina" in carcere, malori per la grappa a Bologna

Sono stati ricoverati in ospedale a Bologna quattro detenuti che avevano preparato e consumato una grappa artigianale in cella per festeggiare la fine del Ramadan: il fenomeno purtroppo non è nuovo

Sono stati ricoverati in ospedale a Bologna quattro detenuti che avevano preparato e consumato una grappa artigianale "distillata" in cella per festeggiare la fine del Ramadan.

Ne avevano bevuta una quantità notevole, oltrettutto dopo aver assunto farmaci di vario tipo: hanno rischiato grosso.

Il comportamento, secondo il sindacato Sinappe, sarebbe piuttosto diffuso in alcune sezioni del penitenziario bolognese, e da anni.

Per il segretario del Sinappe, Vitaliano Cinquegrana, a questo punto la misura è colma e "per garantire la sicurezza sul posto di lavoro degli operatori" è tempo di "una valida soluzione" da parte della direzione dell'istituto penitenziario. In discussione non c'è soltanto la salute dei detenuti, che va tutelata, ma anche quella degli agenti della Penitenziaria che nei reparti in questione sono impegnati. Secondo la denuncia i problemi più grossi si hanno nel "reparto giudiziario" e, in particolare, al primo e terzo piano, dove con le perquisizioni successive ai malori sono saltati fuori non soltanto "un notevole quantitativo di derivato alcolico", ma anche "un punteruolo".

Lo scorso aprile lo stesso sindacato di polizia penitenziaria Sinappe aveva lanciato l'allarme sulla grappa da frutta messa a macerare con zucchero e lievito tra le mura della Dozza. Ovviamente il regolamento del carcere non permette né la vendita, né la consumazione di alcolici all’interno della casa circondariale, ma i detenuti si sono ingegnati con quello che hanno. E il sospetto è che utilizzino la loro grappa come merce di scambio. Una condotta, scrive il sindacato di polizia penitenziaria Sinappe, "impiegata da tempo, con regolarità e pianificazione". Il sindacato ha denunciato.

I detenuti utilizzerebbero la frutta che viene loro distribuita durante i pasti, o l’acquisterebbero al sopravvitto e la farebbero macerare a lungo con zucchero e lievito, che accelera il processo alcolico. "Il flusso di alcoloci all’interno dell’Istituto – spiegava il segretario provinciale Vitaliano Cinquegrana – porta non solo problemi di tipo pratico, causati dallo stato di ubriachezza potenziale di alcuni detenuti ad alto rischio di pericolosità, ma anche una trama delinquenziale sorretta dallo scambio di favori tra detenuti". E ora c'è anche un serio problema legato alla salute dei detenuti.

Fonte: La Repubblica →
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