rotate-mobile
Martedì, 19 Marzo 2024

Imane Fadil, tra Mulè e Travaglio volano le querele: "Avvoltoio". "Ci vediamo in tribunale"

Il direttore del Fatto fa il nome di Berlusconi: "Sicuramente non ha ordinato l'avvelenamento, ma nessuno può escludere che c'entrino ambienti criminali a lui vicini da mezzo secolo". Furia dell'esponente azzurro: "Usa la solita tattica vigliacca dell'allusione e dell'accostamento subdolo"

Sta diventando un caso l’editoriale di Marco Travaglio sulla morte di Imane Fadil,  l’ex modella di origini marocchine deceduta lo scorso primo marzo all'ospedale Humanitas di Rozzano. La giovane era testimone del processo Ruby e il direttore del Fatto - benchè senza alcuna prova - ipotizza che la sua morte possa essere legata in qualche modo ai "vari ambienti criminali" che - dice Travaglio - circondano Berlusconi "da quasi mezzo secolo". 

Imane Fadil, Travaglio: "Berlusconi non ha ordinato nulla, ma..."

"Sicuramente Silvio Berlusconi non ha ordinato il probabile avvelenamento" premette il giornalista, anche perché "i testimoni B. di solito li compra, non li ammazza", e poi "tutto poteva augurarsi, fuorché la morte di una teste-chiave del processo Ruby-ter (dov’è imputato, tanto per cambiare, per corruzione di testimoni) e il ritorno del bungabunga sulle prime pagine dei giornali".

E allora che c’entra Berlusconi? Secondo Travaglio "purtroppo nessuno può escludere che c'entrino i vari ambienti criminali che lo circondano da quasi mezzo secolo, da Cosa Nostra alla massoneria deviata, dal sottobosco dell'eterna Tangentopoli ai gigli di campo di Putin. Cioè che qualcuno abbia voluto fargli un favore non richiesto, o lanciargli un messaggio avvelenato per ricattarlo, o sputtanarlo, o ricordargli qualche promessa non mantenuta".

I casi di Matteotti e Mino Pecorelli

Il giornalista paragona il caso di Imane Fadil agli omicidi di Matteotti e Pecorelli. "Probabilmente - scrive - Benito Mussolini non ordinò l'assassinio di Giacomo Matteotti" così come "Giulio Andreotti non ordinò l'assassinio di Mino Pecorelli: lui o chi per lui si limitò a far sapere ai suoi che quel giornalista molto, troppo informato, con i suoi articoli sulla rivista OP e le sue allusioni agli affari e ai malaffari della cricca andreottiana, stava rompendo i coglioni". 


Mulè furioso con Travaglio: "Peggio di un avvoltoio"

Berlusconi come Mussolini e Andreotti? Forza Italia insorge. "Sulla morte di Imane Fadil oggi torna a esprimersi Marco Travaglio, come e peggio di un avvoltoio" scrive il deputato Giorgio Mulè. "Così, dopo aver fatto il guardone di Arcore sbirciando dal buco della serratura, il direttore del Fatto fa il guardone dell’obitorio e lo sciacallo nel senso letterale del termine: si avventa su un povero corpo per una bassissima strumentalizzazione politica su un caso drammatico tutto da chiarire. La giovane diventa solo un nome e un cognome nell’editoriale di Travaglio, non è meritevole di alcuna pietà e viene trasformata in un mezzo pur di infangare Silvio Berlusconi". 

"Il tutto ovviamente senza alcun aggancio con dati reali ma con la solita tecnica vigliacchetta dell’allusione e dell’accostamento subdolo. Seguendo la follia di Travaglio così come descritta nel suo editoriale egli stesso o qualcuno del suo branco potrebbero essere accusati di aver avvelenato la giovane (ma chi ha stabilito, prima ancora dei risultati dell’autopsia, che la povera Imane sia davvero morta per avvelenamento?) pur di dare nuova linfa all’odio mai sopito per Berlusconi. È vergognoso il vilipendio giornalistico che il cinico Travaglio consuma sul cadavere di Imane Fadil, provi a rinsavire e provi soprattutto a testimoniare la pietas dovuta ai defunti".

Travaglio vs Mulè: volano le querele

Ma non è finita qui perché tra i due volano anche minacce di querela. È il giornalista, tramite l'Adnkronos, ad annunciare l’intenzione di querelare il parlamentare azzurro: "Ci vediamo in tribunale" assicura a Mulè.

La risposta dek deputato arriva sempre all’AdnKronos. Ed è al vetriolo.  "Travaglio dice 'ci vediamo in tribunale'. E io rispondo: visto la tua cattiveria, il tribunale è l'unico posto sulla terra dove ci potremmo vedere dal momento che sei destinato ad andare all'inferno...''. Il deputato azzurro assicura inoltre che in caso di processo rinuncerà in caso all'immunità parlamentare. 

Giorgio Mulè ANSA-2 (Il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè. Camera dei Deputati, Roma, 7 maggio 2018. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Fonte: Adnkronos →
Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Imane Fadil, tra Mulè e Travaglio volano le querele: "Avvoltoio". "Ci vediamo in tribunale"

Today è in caricamento