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Martedì, 19 Marzo 2024

Fatima, la follia della jihadista italiana: "Decapitiamo in nome di Allah"

Maria Giulia Sergio è glaciale nell'intervista, si percepisce la sua follia scrive il Corriere della Sera. E' ricercata per associazione con finalità di terrorismo

Il Corriere della Sera ha intervistato Fatima, la jihadista italiana. Un'intervista, fatta via Skype, sconvolgente: "Decapitiamo in nome di Allah, uccidiamo perché lo ordina la sharia"

Maria Giulia Sergio è glaciale nell'intervista, si percepisce la sua follia. E' ricercata per associazione con finalità di terrorismo. Cosa spinge una ragazza di 28 anni, originaria di Torre del Greco, ad andare in Siria a combattere nel settembre del 2014 insieme al marito albanese Aldo Kobuzi?

La jihadista chiede notizie dei genitori: aveva convinto tutti i suoi familiari a mollare la vita normale che conducevano in Italia per unirsi "alla Guerra Santa", li hanno arrestati prima che potessero davvero partire. 

Nel corso di quella operazione di antiterrorismo sono finite in manette dieci persone. Fatima non ci dà un grosso peso: "E' un buco nell’acqua perché non serve a niente. È illogico ed è irragionevole che la polizia italiana decida di arrestare queste persone".

"I messaggi che mi scambiavo con i miei genitori e mia sorella non erano di incitamento al jihad o qualcosa del genere. Noi parlavamo di come i miei genitori avrebbero potuto fare una buona vita, qui nello Stato islamico" dice. 

Maria Giulia nel 2014 ha sposato un combattente dell’Isis. È diventata la moglie di un jihadista proprio per partire e unirsi alla guerra santa. Era una studentessa di Biotecnologie della Statale di Milano che amava truccarsi. Oggi si è trasformata in una terrorista. 

Come può una persona arrivare a giustificare le decapitazioni? Come può una studentessa universitaria apparentemente normale approvare le azioni di terroristi che stuprano, schiavizzano e decapitano le donne con l’accusa di stregoneria?

"Questi che vengono decapitati sono ladri, sono ipocriti, agiscono come spie nello Stato islamico. E riportano le informazioni ai miscredenti per poi attaccarci", grida nel microfono. E ancora: "Qui non schiavizziamo le donne ma le onoriamo. Lo Stato islamico, sappi, è uno Stato perfetto. Qui non facciamo nulla che vada contro i diritti umani. Cosa che invece fanno coloro che non seguono la legge di Allah".

Fonte: Corriere della Sera →
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