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Giovedì, 28 Marzo 2024

Isis rialza la testa approfittando dell'emergenza coronavirus

L'Isis è alla riscossa nella zona che va da Deir Ezzor fino a Homs. La nuova strategia delle cellule superstiti del califfato nero si fonda su attacchi terroristici e rivolte nelle carceri che detengono migliaia di miliziani

Dodici uomini delle milizie irachene sciite filo-iraniane sono rimasti uccisi in un attacco condotto da presunti militanti dell'Isis a sud di Tikrit, nel Nord dell'Iraq nei primi giorni di maggio. I miliziani bersagliati dai banditi salafiti sono rimasti vittima dell'agguato mentre stavano preparando il pasto prima dell'inizio del digiuno, come stabilito durante il Ramadan. Sono le prime vittime di una recrudescenza degli attacchi di alcune cellule dello Stato islamico.  

Come ricostruiscono i dispacci che arrivano dall'area tra Siria e Iraq le cellule jihadiste sopravvissute al crollo dello Stato Islamico sono tornate ad essere una minaccia proprio mentre il Mondo si trovava ad aver a che fare con la pandemia da coronavirus. Isis starebbe infatti approfittando dell'emergenza sanitaria e delle conseguenti difficoltà economiche per rialzare la testa.

Secondo fonti citate dalla televisione curdoirachena Rudaw tv, le cellule terroriste si sono radicate in particolar modo nelle città con presenza curda fuori dal controllo del governo regionale del Kurdistan iracheno. E nelle zone di confine con la Siria dove il controllo è pressochè impossibile il Califfato nero sta tentando di riprendere forma.

"Nelle zone desertiche le cellule terroriste sono ancora attive - riporta La Repubblica - Dall'inizio dell'anno a metà aprile le truppe di Bagdad hanno effettuato 1.060 missioni, uccidendo 135 miliziani fondamentalisti."

L'Isis è alla riscossa nella zona che va da Deir Ezzor fino a Homs, con attacchi di carattere più terroristico che militare, a confermare un progressivo ritorno alle origini dell'organizzazione. Della nuova strategia fanno parte anche le rivolte nelle carceri: anche questo fine settimana i detenuti Isis della prigione di Hasakah, in gran parte veterani dell'ultima battaglia di Baghouz, si sono ribellati alle forze di sicurezza curde che hanno faticato a reagire e sono state costrette a chiedere l'intervento degli aerei schierati dalla coalizione internazionale per contenere la rivolta.

Fonte: La Repubblica →
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