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Giovedì, 28 Marzo 2024

Francia sotto attacco Isis ma le sue aziende fanno affari con i jihadisti

La società Lafarge, leader mondiale nel settore del cemento ha finanziato jihadisti dello stato islamico in Siria per poco più di un anno, tra la primavera 2013 e la fine dell'estate del 2014. I documenti di Le Monde

Lafarge, società francese per la produzione di cemento ha stipulato accordi con gruppi armati in Siria, compreso lo Stato Islamico per proteggere i suoi gli interessi commerciali nel Paese arabo sconvolto da oltre cinque anni di guerra civile. A rivelarlo è, il quotidiano Le Monde. Interpellata da France Presse, l'azienda senza voler rispondere direttamente a queste accuse, si è limitata ad affermare che "la priorità assoluta di Lafarge è sempre stata quella di garantire la sicurezza e l'incolumità del suo personale".

Al centro dei presunti "preoccupanti affari" è il cementificio che Lafarge ha acquistato nel 2007 nel Nord del Paese a Jalabiya, entrato in funzione nel 2011.  Le Monde afferma di aver visionato lettere inviate da responsabili di Lafarge in Siria che "rivelano accordi di Lafarge raggiunti con il gruppo jihadista di per garantire la produzione fino al 19 settembre 2014": è proprio in questo giorno che lo stabilimento di Lafarge in Siria ferma tutte le sue attività.

L'azienda francese, per chiedere l'accesso nello stabilimento dei suoi operai e di forniture, ha inviato un uomo di nome Ahmad Jaloudi in una missione "per ottenere il permesso dell'Isis per lasciare che i suoi impiegati passare i punti di controllo" dell'organizzazione terroristica. Stando a quanto afferma Le Monde, le lettere rivelano che la sede principale di Parigi di Lafarge era a conoscenza degli accordi. In un secondo caso, un "lasciapassare con un timbro IS e approvato del Responsabile della Finanza Isis della regione di Aleppo" conferma che la società francese aveva raggiunto un accordo con l'Isis per permettere la libera circolazione delle sue merci.

Francia sotto attacco ma fa affari con Isis

Stando a quanto scrive Le Monde, al fine di continuare a produrre cemento, Lafarge, avrebbe acquistato licenze e pagato tasse a intermediari dell'Isis ed anche a trafficanti di petrolio. "Quando i combattimenti si sono avvicinati alla fabbrica, la priorità assoluta di Lafarge era garantire la sicurezza del suo personale, mentre la chiusura della fabbrica era in fase di studio", si è difesa la società.
 

Fonte: Le Monde →
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