Jury Chechi mette all’asta i suoi trofei per salvare la sua prima palestra
Il “signore degli anelli” corre in aiuto della palestra “Etruria” di Prato, dove ha mosso i primi passi e dove ancora oggi si allenano numerosi giovani atleti
Dalla palestra “Etruria” di Prato è partito il lungo percorso che ha portato Jury Chechi alla medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996. Anni di esercizi, sudore, impegno, speranza nella palestra dove nel 1976 il campione ha cominciato a muovere i primi passi e dove ancora oggi si allenano numerosi giovani atleti.
La stessa che oggi versa in condizioni critiche, con l’impianto elettrico che ha smesso di funzionare e problemi con il riscaldamento. Così Chechi ha deciso di mettere all’asta i propri trofei e donare il ricavato alla struttura, per dotarsi di un moderno impianto di luci e led, come scrive l’edizione fiorentina di Repubblica.
Proprio nella palestra "Etruria", Chechi vinse il primo trofeo, a sette anni. Quella coppa ora andrà all’asta insieme ad altri 200 cimeli al prezzo simbolico di 19,96 euro (come il 1996, l’anno di Atlanta), ma sarà l’unica ad avere un acquirente certo: “La ricomprerò io, ci tengo tantissimo”, dice Chechi. L’asta è prevista per domenica 24 marzo al museo Pecci di Prato.