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Venerdì, 19 Aprile 2024

Non si arrende alla carrozzina e impara a 'volare'

Laura aveva soltanto 22 anni quando nel 1995 un grave incidente automobilistico l'ha lasciata su una carrozzina. Oggi, a 46 anni e due figli, è la prima e unica paracadutista paraplegica al mondo e vanta già 160 lanci

Laura Rampini può vantarsi di almeno due cose: del carattere forte e positivo che si ritrova, prima di tutto; poi del fatto di essere la prima paracadutista al mondo in carrozzina. Per Laura, ravennate d'adozione, impossibile è una parola assente dal vocabolario, anzi, articolando il suo pensiero, "è solo un'opinione, non un dato di fatto, è una sfida, non una regola, e in ogni caso non vale per tutti allo stesso modo nè è mai per sempre".

"Io ho una carrozzina che si vede. Ma chi non ha una carrozzina nel cuore? Ognuno di noi vive una condizione di difficoltà. Il mio è un messaggio di speranza per tutti".

La 46enne, originaria della provincia di Perugia, nel 2008 è passata alle cronache per essersi lanciata con il paracadute, segnando un vero e proprio primato mondiale.

Laura aveva soltanto 22 anni quando nel 1995 un grave incidente automobilistico l'ha lasciata su una carrozzina. Oggi ha due figli, ha preso il brevetto da paracadutista e vanta già 160 lanci. È la prima e unica paracadutista paraplegica al mondo.

Difficile rialzarsi da terra quando la vita toglie gli appoggi della tua esistenza. Difficile, ma non impossibile: e Laura ne è la dimostrazione vivente. Il racconto della sua vita e della sua battaglia per abbattere le barriere è una storia commovente, di spregiudicato eroismo, costruita pezzo a pezzo, con una determinazione d'acciaio e un atteggiamento naturalmente positivo. La storia di chi sa che non deve arrendersi mai, nè di fronte a un marciapiede troppo alto, nè di fronte a un desiderio. Anche quando quel desiderio incontra lo scetticismo dei tanti, tanto è smisurato e coraggioso. Perché nulla è impossibile, tutto è superabile.

“Il mio motto – spiega Laura a RavennaToday – è che non posso fare tutto, ma voglio fare tutto quello che posso. Chi è in carrozzina, come me, non è certo un supereroe, ma è comunque una persona, e la carrozzina non arriva prima. Spesso le persone nelle mie condizioni si mettono sulla difensiva, anche per rabbia, impedendo ai normodotati di farsi vedere e conoscere per quello che si è, senza il filtro della disabilità. Io non l’ho fatto. Quando mi sono lanciata dal paracadute, mi sono sentita dire che facendo uno sport estremo ho voluto dimostrare di essere come gli altri. Ma io come gli altri lo sono davvero, visto che mi sono lanciata da sola, ottenendo una licenza a tutti gli effetti uguale a quella degli altri paracadutisti".

Fonte: RavennaToday →
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