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Mercoledì, 24 Aprile 2024

La rivoluzione dei curriculum ciechi: "Conta chi sei, non dove ti sei laureato"

La Deloitte, colosso delle consulenze e revisione, annuncia un giro di vite: gli esaminatori non avranno più informazioni sull'ateneo di provenienza del candidato. Il motivo? Non discriminare chi viene da università poco note ma potrebbe essere più motivato

Sembrano finiti i tempi in cui  i curriculum "parlavano da soli" e una laurea rilasciata da una prestigiosa università sembrava bastasse da sola ad aprire le porte del mondo del lavoro.

La Deloitte, il colosso delle consulenze e delle revisioni, ha annunciato infatti un giro di vite per le prossime assunzioni in Gran Bretagna, per quali non verrà più tenuto conto se il candidato si sia laureato a Oxford o Cambridge.

Il motivo? Come spiega Il Corriere della Sera, "evitare preferenze inconsce, dovute alla nomea degli atenei, per cercare di valorizzare i singoli indipendentemente da dove hanno studiato, puntando piuttosto su determinazione, scaltrezza e voti", con l'obiettivo arricchire la società con nuove proposte e spinte che arrivino non solo da "Oxbridge" o altre scuole di lusso ma anche da chi ha alle spalle ambienti diversi e meno esclusivi. La commissione che esaminerà i candidati non sarà informata delle loro scuole di provenienza e i selezionatori dovranno quindi valutare i ragazzi esclusivamente sulla base delle origini dei giovani aspiranti. 

Non solo: 

Le commissioni incaricate di valutare i futuri candidati Deloitte, che saranno almeno 1500 laureati per il prossimo anno, non sapranno qual è stato il loro college ma avranno informazioni accessorie, ad esempio dettagli su eventuali disagi familiari e sociali. Perché secondo la società, chi ottiene il massimo dei voti in una scuola superiore di serie B, dove la media degli allievi se la cava per il rotto della cuffia, deve sicuramente essere un tipo in gamba. L’obiettivo finale è reclutare candidati con un forte potenziale, che non dipende solo dall’università dove hanno trascorso i loro ultimi anni.

Un modo anche per "favorire la mobilità sociale", che è "una delle maggiori sfide di questo paese", ha dichiarato alla BBC David Sprout della Deloitte anglosassone. 

Fonte: Corriere della Sera →
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