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Martedì, 23 Aprile 2024

Lega: il partito pagava l'infermiera di Umberto Bossi e il veterinario del Trota

Il Corriere della Sera rende noti i risultati del rapporto sui soldi della Lega della gestione Belsito

Alla voce ‘crediti verso associati’ ci sono i 19.000 euro di spese mediche per Umberto Bossi, “per le quali la Lega Nord non avrebbe richiesto la restituzione, forfettari rimborsi spese in contanti a dipendenti e collaboratori occasionali sfondano i 275.000 euro, di cui 35.000 in contanti sarebbero stati usati da Riccardo Bossi, uno dei figli: affitto di casa, ristoranti, multe, meccanici dell’auto, ma anche il veterinario del cane, l’abbonamento alla tv satellitare, e persino anticipi in contanti all’ex moglie.

Il Corriere della Sera, con un articolo a firma di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella, rende noti i risultati del rapporto della PricewaterhouseCoopers chiesto dalla Lega del dopo Bossi.
Risultati che di certo indigneranno i contribuenti italiani.

284.000  euro sarebbero stati usati da Belsito per pagare ad esempio 30.000 euro a due avvocati di cui non sono noti i ‘servizi legali’; 27.500 per ‘servizi di consulenza’ a una signora che negli archivi dei giornali compare come collaboratrice di Belsito; 27.400 all’infermiera di Bossi; 33 mila a un autista senza contratto; 51 mila allo stesso Belsito come ‘compenso’ da tesoriere (ma si ignora con quale delibera). E comunque senza giustificativi e destinatari finali restano 433.000 euro. Poi c’è la carta di credito di Belsito, dove 19.700 euro hanno pagato negozi di abbigliamento (Louis Vuitton, Hermès), di elettronica e fotografia (Apple e Unieuro), gioiellerie (Tiffany), armerie e la Spa di un hotel.

E ancora:

410 biciclette, del valore di 82.000 euro, che sono ancora depositate presso il produttore: ed è curioso che la fabbrica le abbia vendute per 145 euro l’una a ‘La Bicicletta Padana’ (società della finanziaria di partito Fin Group), e che essa l’abbia poi rivenduta alla Lega per 165 euro. Ulteriori rispetto a queste giacenze esisterebbero altri 36 mila gadget nella sede federale per una stima di 90 mila euro, ma anche qui il caos era totale: è bastata una mini verifica a campione per trovare 3.447 orologi invece dei 15 sul tabulato, o 250 teli mare invece dei 13 annotati.

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