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Venerdì, 19 Aprile 2024

La lettera di Benedetto XVI: "Vi spiego perché non sono più Papa"

Il Papa emerito risponde alle interpretazioni sul suo gesto con una lettera esclusiva a La Stampa: "Amicizia di cuore a Francesco"

ROMA - Joseph Ratzinger non è stato costretto a dimettersi, non l'ha fatto a seguito di pressioni o complotti: la sua rinuncia è valida e oggi nella Chiesa non esiste alcuna diarchia. C'è un Papa regnante nel pieno delle sue funzioni, Francesco, e un emerito che ha come "unico e ultimo scopo" delle sue giornate quello di pregare per il suo successore.

"Non c'è il minimo dubbio circa la validità della mia rinuncia al ministero petrino" e le "speculazioni" in proposito sono "semplicemente assurde".

Dal monastero Mater Ecclesiae dentro le mura vaticane, il Papa emerito Benedetto XVI ha preso carta e penna per stroncare le interpretazioni sul suo storico gesto di un anno fa, rilanciate da diversi media e sul web in occasione del primo anniversario della rinuncia. Lo ha fatto rispondendo personalmente a una lettera del vaticanista Andrea Tornielli pubblicata oggi su La Stampa e sul sito Vatican insider.

"Non c'è il minimo dubbio circa la validità della mia rinuncia al ministero petrino. Unica condizione della validità è la piena libertà della decisione. Speculazioni circa la invalidità della rinuncia sono semplicemente assurde". Del resto, che la possibilità di dimettersi fosse tenuta in considerazione da molto tempo era ben noto alle persone più vicine a Ratzinger, e da lui stesso confermata nel libro intervista con il giornalista tedesco Peter Seewald (Luce del mondo, 2010): "Se un Papa si rende conto con chiarezza che non è più capace, fisicamente, psicologicamente e spiritualmente, di assolvere ai doveri del suo ufficio, allora ha il diritto e, in alcune circostanze, anche l'obbligo, di dimettersi".

Fonte: La Stampa →
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