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Giovedì, 28 Marzo 2024

La lettera della nipote del Cardinal Martini: "Così ci chiese di essere addormentato"

La lettera aperta della nipote del Cardinal Martini pubblicata sul Corriere della Sera e La Stampa

Caro zio,
zietto come mi piaceva chiamarti negli ultimi anni quando la malattia ha fugato il tuo naturale pudore verso la manifestazione dei sentimenti questo è il mio ultimo, intimo saluto.

Inizia così la lettera aperta, pubblicata dal Corriere della Sera e da La Stampa, che Giulia Facchini Martini, nipote del cardinal Carlo Maria Martini di cui ieri è stato celebrato il funerale nel Duomo di Milano, racconta le ultime ore dello zio.

Con la consapevolezza condivisa che il momento si avvicinava, quando non ce l'hai fatta più, hai chiesto di essere addormentato. Così una dottoressa con due occhi chiari e limpidi, una esperta di cure che accompagnano alla morte, ti ha sedato.
Seppure fisicamente non cosciente - ma il tuo spirito l'ho percepito ben presente e recettivo - l'agonia non è stata né facile, né breve. Ciò nonostante, è stato un tempo che io ho sentito necessario, per te e per noi che ti stavamo accanto, proprio come è ineludibile il tempo del travaglio per una nuova vita.

Giulia Facchini racconta, scrive lei stessa, spinta dalla commozione dopo aver visto un giovane in carrozzina forse malato di Sla che accoglieva la bara in Duomo. "Lo sento: tu vorresti che parlassimo dell'agonia, della fatica di andare incontro alla morte, dell'importanza della buona morte".

Nei giorni scorsi aveva fatto scalpore la dichiarazione del neurologo di Martini, secondo cui il cardinale ha rifiutato negli ultimi giorni - come una forma di accanimento terapeutico - la nutrizione artificiale via sondino. La nutrizione è considerata una terapia essenziale dalla legge sul 'finevita' in discussione in Parlamento. In Italia resterà vietata l'eutanasia ovvero la morte procurata, mentre è legittimo somministrare sedativi a un organismo in sofferenza. Nella testimonianza di Giulia Facchini tuttavia centrale resta il rispetto della persona malata e dei suoi desideri.

Parlando della morte del cardinale - da anni molto malato - infatti Giulia Facchini scrive "Ne avevamo parlato a marzo e io, che come avvocato mi occupo anche della protezione dei soggetti deboli, ti avevo invitato a esprimere in modo chiaro ed esplicito i tuoi desideri sulle cure che avresti voluto ricevere. E così è stato".

In alcuni momenti, mentre il tuo respiro si faceva, con il passare delle ore, più corto e difficile e la pressione sanguigna scendeva vertiginosamente, ho sperato per te che te ne andassi; ma nella notte, alzando gli occhi sopra il tuo letto, ho incontrato il crocefisso che mi ha ricordato come neppure il Gesù uomo ha avuto lo sconto sulla sua agonia.
Eppure quelle ore trascorse insieme tra silenzi e sussurri, la recita di rosari o letture dalla Bibbia che stava ai piedi del tuo letto, sono state per me e per noi tutti un momento di ricchezza e di pace profonda.

E' una testimonianza commovente, fin nella richiesta finale.

Quando è arrivato l'ultimo respiro ho percepito, e non è la prima volta che mi accade assistendo un moribondo, che qualcosa si staccava dal corpo, che lì sul letto rimaneva soltanto l'involucro fisico. Lo spirito, la vera essenza, rimaneva forte, presente seppure non visibile agli occhi. Grazie Zio per averci permesso di essere con te nel momento finale. Una richiesta: intercedi perché venga permesso a tutti coloro che lo desiderano di essere vicini ai loro cari nel momento del trapasso e di provare la dolce pienezza dell'accompagnamento.
 

Fonte: Corriere della Sera →
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