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Venerdì, 29 Marzo 2024

Bimba contesa, il paese si schiera con la madre: "Deve restare con lei"

Gli abitanti di Baressa (Oristano) sono scesi in piazza contro il tentativo dei carabinieri di portar via la bambina alla mamma dopo che il tribunale aveva dato l’affidamento al padre

L'ordinanza del giudice non è interpretabile, parla chiaro: la bambina deve essere portata via. Ma la madre non ci sta.

Quanto sta succedendo a Baressa, piccolo comune in provincia di Oristano, ha attirato l'attenzione dei media locali e non solo.

Gli abitanti sono scesi in piazza contro il tentativo dei carabinieri di portar via la bambina di due anni e mezzo alla mamma dopo che il tribunale aveva dato l’affidamento al padre che si trova a Viterbo.

Stamattina sul posto è giunto anche il leader di Unidos, Mauro Pili, che ha inviato una lettera al ministro Orlando perché intervenga sulla vicenda.

"È inaccettabile - ha dichiarato - che una bambina di due anni e mezzo venga sottratta alla madre e portata a 600 chilometri di distanza dall'altra parte del mare. Quello che sta avvenendo a Baressa in queste ore è semplicemente scandaloso. Non si può intervenire con atti impositivi sulla vita di un minore senza aver tutelato sino in fondo la doppia genitorialità". E annuncia di aver coinvolto "il ministro della Giustizia, di concerto con la presidenza del Consiglio dei ministri e il Dipartimento per la famiglia perché intervenga immediatamente per evitare che questa vicenda assuma connotati ancora più drammatici".

Dopo la separazione conflittuale tra i due genitori, la madre M.S., 38 anni, ha provato a restare nel Lazio, dove vive l'ex marito, ma non è riuscita a trovare una sistemazione per sé e la sua bambina, vorrebbe che si trasferisse in Sardegna.

Cos'ì ha scelto di violare la legge, barricandosi in casa e chiudendo la porta in faccia a chi voleva portarle via la bambina, con il sostegno di tanti amici, come racconta lei stessa all'Unione Sarda.

Cosa ha stabilito il giudice?

"Io e il mio ex marito siamo separati di fatto dal 2016. Nella sua ultima ordinanza, il giudice ha stabilito l'affidamento esclusivo della nostra unica figlia al padre, con collocamento immediato a Viterbo, adducendo la motivazione che se io voglio starle più vicina devo vivere nel Lazio. Una decisione molto pesante e anomala, direi".

Perché "anomala"?

"Perché al di là del mio interesse, ovvio, a stare con la mia bambina, non viene tutelato il suo diritto ad avere due genitori. Spostando mia figlia a 600 chilometri di distanza, non a Cagliari o Sassari, ma dall'altra parte del mare, mi viene impedito di fatto di vederla, anche nei giorni previsti dall'ordinanza. Una modalità di affidamento esclusivo, insomma, in più con la facoltà per il padre di intraprendere le decisioni più importanti della vita della bambina.

Fonte: L'Unione Sarda →
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