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Venerdì, 29 Marzo 2024

Emilia, qui la mafia è sempre più forte: "Ma la Dia ha solo 20 uomini"

L'intera sezione operativa della Dia (Direzione investigativa antimafia) emiliana supera di poco la ventina di unità. Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza della Cgil regionale lancia l'allarme

La Mafia in Emilia è sempre più radicata nel territorio: società di comodo, riciclaggio di denaro sporco, traffici illeciti e usura.

Poche settimane fa la Direzione investigativa antimafia ha depositato la relazione 2013, in cui si può leggere quanto il fronte emiliano-romagnolo della lotta alla criminalità organizzata sia sempre più caldo.

C'è un problema, però: l'intera sezione operativa della Dia (Direzione investigativa antimafia) emiliana supera di poco la ventina di unità.

Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza della Cgil regionale, spiega nel dettaglio la "pesante carenza di risorse e personale addetto, e questo nonostante il terremoto abbia dato il via a cantieri e appalti pubblici, moltiplicando il bacino di interesse della criminalità organizzata".

"Analisi, tabelle e dati - spiega Zavatti - confermano il consolidarsi degli affari di Camorra, 'Ndrangheta e Cosa nostra nei territori della regione, intrecciando efficaci patti di convivenza e ripartizione dei traffici".

Scrive Repubblica:

Da Piacenza a Rimini, sono "sempre più strutturate" le attività criminali che vanno "dal riciclo di denaro a investimenti in attività imprenditoriali, dal controllo dei principali traffici illeciti e di contraffazioni ai finanziamenti usurai". Nella sua relazione sul 2013, la Dia scrive che in Emilia-Romagna "numerose indagini hanno accertato il sempre maggior coinvolgimento di professionisti compiacenti nell'attuazione delle strategie economiche dei sodalizi e la diffusa tendenza a creare schermi societari per dissimulare la reale titolarità delle aziende. Una particolare e risalente concentrazione di soggetti legati ai clan campani si rileva nelle province di Modena e Bologna".

Anche il Fatto affronta il tema:

A parlare di indagini la Polizia scuote il capo. “Il 27 agosto siamo scesi in piazza a Roma per protestare, perché ormai tra un governo e l’altro ci hanno tolto tutto, e ci rimane solo il sangue – racconta Tonino Guglielmini, del Sap, il Sindacato autonomo di Polizia, di Bologna – stamani un collega della Squadra mobile è dovuto rimanere in ufficio a tagliare fogli di dimensioni A3 per renderli A4, perché ci manca anche la carta per le stampanti".

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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