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Giovedì, 18 Aprile 2024

Bataclan, le mail shock della moglie del kamikaze: "Sono così fiera di lui"

"Sono così orgogliosa di mio marito e di vantare i suoi meriti" scrive la moglie di Samy Amimour. Nelle mail la ragazza, oltre a lodare l'agio e il piacere della vita nella terra del Califfato, scrive anche: "Presto, se Allah lo vorrà, la Francia saprà cosa vuol dire avere la guerra in casa"

La moglie di uno degli attentatori kamikaze del Bataclan si è detta "fiera" del sacrificio del marito, Samy Amimour. In una serie di mail inviate a una conoscente da Kahina, una liceale francese di 18 anni partita per la Siria nell'ottobre 2014, gli inquirenti hanno ritrovato diversi riferimenti alle azioni del marito e all'intenzione di compiere altri attacchi sul suolo francese, scrive Le Dauphine.

"Sono così orgogliosa di mio marito e di vantare i suoi meriti, ohhh come sono felice....", scrive la ragazza, la moglie di Samy Amimour, incontrato a Seine-Saint-Denis su un autobus guidato dal futuro kamikaze, probabilmente nel 2013. La ragazza sarebbe rimasta in contatto via internet con Amimour quando questi partì per la Siria nel settembre 2013, poi Kahina abbandonò la scuola per raggiungerlo e diventare sua moglie, riporta oggi Le Parisien.

Nelle mail la ragazza, oltre a lodare l'agio e il piacere della vita nella terra del Califfato, scrive anche: "Presto, se Allah lo vorrà, la Francia saprà cosa vuol dire avere la guerra in casa".

Francia assediata, Parigi brucia (Infophoto)

Dopo un periodo di silenzio Kahina scrive di nuovo il 16 novembre, tre giorni dopo le stragi di Parigi: "Sei scioccata dagli attentati? Uno dei kamikaze del Bataclan, era mio marito Samy Amimour, si è fatto esplodere... E tu vuoi sempre continuare a pavoneggiarti sulla Panam ?". Nell'ultima lettera, due giorni dopo, scrive ancora: "Ero al corrente fin dall'inizio e ho incoraggiato mio marito a partire per terrorizzare il popolo francese che ha tanto sangue sulle sue mani (...) Niente sarà più come prima (...) invidio così tanto mio marito, avrei tanto voluto essere con lui per farmi esplodere anche io".

Per concludere Kahina, che nel frattempo avrebbe avuto un figlio, si lancia in una glorificazione della violenza: "La vita, non è la pace, pace, pace, amore e baci. Tu ci uccidi, noi ti uccidiamo, tu ci combatti, noi ti combattiamo (...) fin quando continuerete ad offendere l'islam e i musulmani voi sarete dei potenziali bersagli, non solo i flic (i poliziotti) e gli ebrei, ma tutti quanti".

Fonte: Le Dauphine →
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