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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Milano: i sikh scendono in piazza per chiedere la liberazione dei Marò

Una protesta in solidarietà a Girone e Latorre nel capoluogo lombardo, in cui vivono circa 50mila aderenti alla comunità. "La tensione diplomatica la viviamo ogni giorno sulla nostra pelle"

Una grande manifestazione per chiedere la liberazione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due Marò trattenuti in India dal 2012 accusati di aver ucciso il 15 febbraio scorso due pescatori indiani davanti le cose del Kerala. Ma stavolta a scendere in piazza sarà la comunità Sikh in Italia e lo farà a Milano, dove vivono 50mila esponenti.

In realtà la comunità indiana sta portando avanti una protesta da diversi mesi. Ne spiega le ragioni Sukhdev Kang presidente della comunità sikh della Lombardia a Repubblica Milano:

"Abbiamo già raccolto più di settemila firme e chiediamo la liberazione dei due militari italiani e chiediamo giustizia. Viviamo in Italia da anni, ma conosciamo il sistema indiano: ci sono 118 sikh che si trovano in carcere nel Punjab da anni e le autorità non decidono niente. Esattamente come per i due Marò"

Nel nostro Paese i sikh sarebbero circa 150mila, per lo più concentrati nelle città del nord e del nord-est. A Cremona sorge anche il più grande tempio sikh d'Italia. Già erano scesi in piazza nel capoluogo lombardo a inizio marzo e avevano concluso la protesta consegnando al sindaco Giuliano Pisapia le oltre cinquemila firme raccolte. Il tutto perché la tensione diplomatica tra India e Italia avrebbe già avuto delle ripercussioni nella loro vita quotidiana. Continua Sukhdev Kang

"Io e i miei connazionali cominciamo ad avere paura. periamo nella liberazione dei due Marò detenuti in India, anche per poter continuare a lavorare in questo Paese. Per noi il clima è cambiato. Siamo sempre stati considerati amici, trattati bene per la nostra capacità di lavorare. Ma negli ultimi mesi avvertiamo una sensazione sgradevole attorno a noi, una specie di diffidenza, come se immediatamente, vedendo il nostro turbante, tutti ci collegassero subito a quella vicenda. Viviamo un forte disagio, non vorremmo perdere anche il lavoro. Il governo di New Delhi deve ascoltare il nostro appello"

Fonte: Repubblica Milano →
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