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Giovedì, 28 Marzo 2024

Vinse un miliardo al Totocalcio nel 1981: aspetta ancora i soldi dal Coni

Trentatrè processi in trentuno anni: la vicenda kafkiana del milionario mancato Martino Scialpi. Nel 2012 una sentenza stabilì che l'ente gli deve più di due milioni di euro

ROMA - Nel 1981 Martino Scialpi fu baciato dalla fortuna: giocò una schedina da 500 lire al Totocalcio e vinse più di un miliardo del vecchio conio. Ma la sua fortuna finì lì, perché da allora Scialpi non ha visto un solo centesimo della sua vincita. Da allora è impegnato in una lunga battaglia legale con il Coni, che tutt'ora rimane aperta.

Il Corriere della Sera ha ricostruito la sua storia, a partire da quella mattina del novembre 1981 in cui iniziò il calvario di Scialpi. Il Coni di Bari sostenne di non aver mai avuto al ricevuta della vincita e in seguito accusò Scialpi di aver falsificato la schedina (una sentenza del 1987 lo assolverà dall'accusa). L’avvocato del Coni Luigi Condemi, l’avvocato Enrico De Francesco di Taranto e l’ex responsabile Coni per la zona di Bari Mario Bernacca sono persino sotto indagine per aver prodotto documenti falsi nel tentativo di dimostrare che quella schedina non andava pagata, scrive il Corriere. Gli anni passano, Scialpi, di professione ambulante e padre di tre figli, spende tutti i suoi soldi in spese legali, la casa gli viene pignorata, la moglie lo lascia. In 33 anni ha collezionato 31 processi, "molti più di quelli di Berlusconi", dice.

Nel 2012 un giudice ha stabilito che il Coni deve a Scialpi 2.604.823,59 euro, che però l'ente sportivo si rifiuta ancora oggi di pagare. In attesa della decisione di un altro giudice sull'ennesimo ricorso presentato dal Coni, i soldi sono fermi in una filiale della banca BNL di Roma. "Il Coni è inadempiente da 33 anni - dice al telefono Scialpi al Corriere della Sera - , hanno persino presentato carte false per non pagarmi. È una cosa inaudita". 

Fonte: Corriere della Sera →
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