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Giovedì, 25 Aprile 2024

"Vendo un rene per sfamare la famiglia": il mercato invisibile degli organi

La compravendita degli organi tra verità e leggende: ne parla oggi La Stampa

Ci sono le storie dei migranti appena sbarcati a Lampedusa adescati dai "broker" per gli espianti, e poi quelle dei ricchi occidentali disposti a viaggi della speranza nei paesi come il Pakistan o l'America centrale, dove il commercio è legale.

La compravendita degli organi è ancora oggi permessa in molti Paesi del Terzo mondo. In agguato c'è chi è pronto a offrire denaro in cambio di un rene o di una parte di fegato. Ne parla oggi La Stampa, in un articolo a firma di Marco Accossato.

Nel 2009, l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni parlò durante la presentazione del rapporto umanitario dell’Unicef di 400 bambini scomparsi proprio da Lampedusa. La notizia non è stata mai confermata, ma è noto che in Paesi come il Mozambico o la Moldavia il mercato nero degli organi esiste.  

Per i medici i rapimenti sono una bufala: un espianto non è cosa semplice, servono professionisti e strutture ospedaliere adeguate. E' innegabile, però, che "attorno alla disperazione ci sono i procacciatori di organi". E così "un rene comprato in Yemen viene pagato 5 mila dollari per essere rivenduto a 60 mila; in Cina pagato 15 mila e venduto a 47 mila e 500, in Israele comprato a 10 mila e venduto per l’impianto anche a 135 mila".

La Stampa ha anche realizzato un videoreportage sulla storia di Simone, un ex operaio che racconta la sua esperienza drammatica: "Ho offerto un rene sul web - dice - e l’ho fatto per le mie figlie, non arriviamo alla fine del mese".

Fonte: La Stampa →
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