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Giovedì, 25 Aprile 2024

Migranti fra i terremotati dell'Emilia: un sindaco contro la decisione del governo

Otto comuni si sono detti disponibili all'accoglienza, ma il primo cittadino di Finale Emilia: "Il centro storico si sta spopolando e le attività commerciali chiudono. Come faccio a stressare ulteriormente la macchina del welfare?"

La prefettura di Modena ha convocato i sindaci dei nove Comuni del cratere sismico del terremoto del 2012 in Emilia per comunicare l'arrivo di 220 richiedenti asilo. 

Il Giornale riporta le proteste di un sindaco contro la decisione di inviare migranti in una zona dove la ripresa dopo la scossa del 20 maggio di cinque anni fa è molto complicata. 

Il primo a protestare contro una scelta definita "frettolosa" è il sindaco di Finale Emilia, Sandro Palazzi, che timane della sua idea: il paese è ancora ufficialmente in emergenza fino al 31 dicembre 2018 e non è in grado di accogliere altri profughi fra gli sfollati.

Centinaia di cittadini sono ancoea senza casa e la macchina dei servizi sociali è ancora impegnata nell'assistenza ai terremotati.

"La ricostruzione privata è arrivata al 60% - spiega al Giornale.it il sindaco - Ma le strutture pubbliche sono ancora ferme al 2012. Pensi che anche il mio municipio non è ancora stato ricostruito. Il centro storico si sta spopolando e le attività commerciali chiudono. Come faccio a stressare ulteriormente la macchina del welfare?"

"Il Comune è già attivo sul fronte dell'integrazione - conclude Palazzi - L'11% della popolazione è composto da immigrati, che noi accogliamo e cerchiamo di integrare, ma di più non possiamo."

Gli altri otto comuni invece si sono detti disponibili all'accoglienza. 

Ma secondo il primo cittadino si tratta di una linea dettata dalla volontà politica di non ostacolare le direttive di Roma, più che non dall'effettiva capacità di accogliere.

Fonte: Il Giornale →
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