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Venerdì, 29 Marzo 2024

Carabiniere ucciso, "l'amico delle guardie" e l'intervento in borghese: i misteri chiariti

Atti ufficiali alla mano, RomaToday prova a fare chiarezza e a risolvere i presunti misteri che misteri non sono

Come sono andate davvero le cose che hanno preceduto l'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega? Per la Procura non ci sono dubbi: è stato Finnegan Lee Elder a colpire a morte undici volte il vice brigadiere di Somma Vesuviana. Una tesi certificata dai fatti e dal coltello, uno di quelli usati dai marines, trovato nella stanza 109 dove l'americano alloggiava con Gabriel Natale-Hjorth. Qualcosa, però, secondo qualcuno ancora non torna. O meglio, va chiarito.

Nella serata di ieri i carabinieri hanno reso nota la procedura di intervento iniziata a Trastevere, quando quattro militari liberi dal servizio e in abiti civili, notano due sospetti in piazza Trilussa per bloccare un pusher in flagranza. Atti ufficiali alla mano, RomaToday prova a fare chiarezza e a risolvere i presunti misteri che misteri non sono.

Perché quindi i carabinieri sono intervenuti in borghese?

I carabinieri Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale furono chiamati a intervenire per "il cavallo di ritorno" perché erano di pattuglia in abiti civili, dunque non con i colori di istituto: niente divise e armi in vista, tutto per non dare nell"occhio. Si fa sempre così in casi del genere. Il loro compito, la notte tra giovedì e venerdì, era quello di presentarsi all'appuntamento con i due americani al posto del derubato Sergio B., al quale avevano chiesto soldi e droga in cambio dello zaino rubato. Si fossero presentati in uniforme, l'operazione sarebbe stata a rischio perché i ladri alla vista di una gazzella del 112 sarebbero scappati. Poi le cose sono andate diversamente.

L'incontro con Brugiatelli due ore prima dell'omicidio

I carabinieri Varriale e Rega vengono chiamati in piazza Mastai da 4 colleghi che, liberi dal servizio, hanno visto alcune persone muoversi con fare sospetto. Salgono su un motorino e provano a inseguire quelle persone. Provano a fermare Sergio B., poi lo spacciatore, quindi Natale Hjorth, l'americano che viene accompagnato a comprare lo stupefacente e che viene sorpreso a raccogliere un involucro da terra, che spiegherà essere aspirina prima di consegnarlo al militare. Il carabiniere non può sapere che due ore più tardi quel ragazzo dai capelli biondi, riuscito a dileguarsi, assisterà all'omicidio del suo collega. 

Perché il carabiniere Varriale non ha sparato?

Leggendo gli atti e confrontandoli con le dichiarazioni dei due ragazzi americani, vi è la certezza che l'aggressione è stata immediata, nel momento in cui i due militari si sono qualificati. Il vicebrigadiere Rega è stato colpito ripetutamente all'addome ancora prima che potesse azzardare un disperato tentativo di difendersi. "Fermati, siamo carabinieri, basta!" ha provato a gridare la vittima prima di accasciarsi a terra. I due aggressori, hanno fatto intendere, che pensavano fossero due loschi personaggi mandati dal Sergio B. ma quando i carabinieri si sono avvicinati gli sono saltati addosso. Quando la rissa è finita Varriale ha pensato a soccorrere il collega colpito da 11 coltellate anziché sparare al buio.
 

Fonte: RomaToday →
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