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Venerdì, 19 Aprile 2024

Lavoratori in nero rinchiusi nelle celle frigorifere per sfuggire ai controlli

Hanno scritto una lettera alla Cgil per chiedere aiuto denunciando le difficili condizioni di impiego: l'articolo del Fatto

Un gruppo di operai di due cooperative della logistica di Modena ha scritto una lettera alla Cgil per chiedere aiuto denunciando le difficili condizioni di impiego.

I lavoratori in nero sono stati rinchiusi in una cella frigorifera per sfuggire ai controlli: è quanto si legge in un articolo del Fatto Quotidiano.

Non si tratta di pochi casi, ma di decine di lavoratori sfruttati (difficile usare altri termini) per 250 ore al mese, scrive Giulia Zaccariello sul quotidiano di Travaglio e Padellaro.

La denuncia è di quelle che si fa fatica a dimenticare.

"Lavoriamo per la ditta, senza sicurezze e come robot - scrivono in una nota i lavoratori, con tutta probabilità stranieri - Se segnaliamo qualsiasi difficoltà, il capo dice di andare a casa e non venire più a lavorare. Il titolare della nostra cooperativa ha anche un’altra cooperativa. Nei casi di grave infortunio che ci sono stati, il capo ci accompagna in ospedale e dice di dire che il fatto è accaduto a casa e non sul lavoro e di conseguenza perdiamo la paga e anche l’infortunio. Il capo vende anche le residenze ai lavoratori che sono senza”.

Dodici ore di lavoro al giorno, senza contratto.

“Normalmente noi lavoriamo più di 250 ore al mese, chi non è del tutto in nero ha un contratto part time e pagato in nero. Due giorni fa è arrivato un controllo e i nostri capi hanno nascosto 12 di noi senza contratti, chiudendoli dentro la cella frigorifera”.

Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza della Cgil regionale parla di "false cooperative, perché così si evade o ricicla il nero più facilmente, già opportunamente segnalate in passato".

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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