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Martedì, 23 Aprile 2024

Yara, i dubbi della moglie di Bossetti: "Tu eri lì, parlami di quella sera"

Pubblicati dal Corriere della Sera gli stralci delle conversazioni fra Massimo Bossetti e la moglie in carcere. I sospetti di Marita Comi sul marito. L'inchiesta, intanto, è chiusa: le accuse sono di omicidio volontario aggravato e calunnia

ROMA - "Tu eri lì. Non puoi girare lì tre quarti d’ora, a meno che non aspettavi qualcuno".

Il sospetto arriva dalla donna che in un primo momento aveva giurato la totale fiducia in lui: Marita Comi, moglie di Massimo Bossetti. La difesa del muratore di Mapello accusato di aver ucciso Yara Gambirasio, arrestato il 16 giugno scorso, fa vacillare la fiducia di sua moglie, racconta Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera. La donna avrebbe detto quelle parole durante il colloquio in carcere, quando si è scoperto che Bossetti si era aggirato con il furgone per le strade intorno alla palestra l’ora precedente la scomparsa di Yara Gambirasio.

Il racconto di Bossetti viene smentito dalla ricostruzione fatta dai carabinieri del Ros e dagli specialisti del Racis. Un'ora dopo la scomparsa della piccola Yara, alle 19,51 del 26 novembre 2010, Bossetti passò di nuovo davanti alla palestra. La versione dell'uomo dice tutt'altro: sarebbe passato davanti alla palestra una volta uscito da lavoro, e quindi intorno alle 18.

Il Corriere della Sera racconta che il dialogo tra marito e moglie è stato ripreso da una cimice di cui i due coniugi non erano a conoscenza, durante la visita in carcere della Comi il 4 dicembre scorso. I sospetti della moglie arrivano dopo che l'accusa ha messo in evidenza tutti i "buchi" della versione di Bossetti. Nel suo primo interrogatorio, Bossetti ha detto di aver percorso la strada adiacente al centro sportivo, di ritorno a casa dopo il lavoro.

INCHIESTA CHIUSA - Ieri, esattamente quattro anni dopo il ritrovamento del corpo di Yara nel campo di Chignolo d'Isola, il pm Letizia Ruggeri ha notificato al difensore di Bossetti l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Due i reati contestati al muratore di Mapello. Il più grave, l'omicidio volontario aggravato, con le aggravanti di aver "adoperato sevizie e aver agito con crudeltà" e di aver "approfittato di circostanze di tempo (in ore serali/notturne), di luogo (in un campo isolato) e di persona (un uomo adulto contro un'adolescente di 13 anni) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa". Ma anche la calunnia nei confronti di uno dei suoi colleghi: in un interrogatorio, Bossetti lo avrebbe accusato dell'omicidio. 

Omicidio e misteri: il giallo di Yara Gambirasio

Fonte: Corriere.it →
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