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Venerdì, 19 Aprile 2024

Morte Vittorio Arrigoni: sospeso il processo "farsa" di Hamas

Sospeso il processo a Gaza per la morte dell'attivista Vittorio Arrigoni. Sul Corriere un articolo che analizza il perchè nessuno sembra voler cercare la verità

«Niente processo! Ragioni di sicurezza! Non ha visto che gl’israeliani bombardano?». Ma se hanno smesso da tre giorni… «No, è troppo pericoloso. Per l’incolumità dei giudici, degl’imputati e anche vostra. Giusto rinviare». A quando? «Non lo so». La delusione è di pochi. Qualche amico, qualche giornalista, nessuno che si sorprenda. Va così da mesi

Inizia così il lungo articolo, a firma di Francesco Battistini, inviato in Medio Oriente per il Corriere della Sera, dedicato oggi alla vicenda del processo per l’omicidio di Vittorio Arrigoni.

Fra un mese sarà il primo anniversario della morte di Vittorio «Vik» Arrigoni, il pacifista che viveva a Gaza e che nello spazio d’una mezza giornata fu rapito, picchiato, videoripreso e subito strangolato col fil di ferro da un gruppo di salafiti fanatici. Da sei mesi e una dozzina d’udienze, il processo ai quattro imputati è impantanato nelle procedure della corte militare di Hamas, nel silenzio quasi totale dei media, nel disinteresse generale dell’opinione pubblica

Quale il perchè di tanti ritardi e tanta approssimazione? La risposta è forse, ipotizza Battistini, nella contiguità tra Hamas e i salafiti responsabili dell'omicidio.

Due degl’imputati erano a libro paga di Hamas: non hanno ancora spiegato chi li abbia mandati, né perché abbiano scelto proprio Vittorio. Gli stessi giudici, barbe lunghe uguali a quelle degl’imputati, si guardano bene dal chiedere qualcosa di più delle semplici generalità

Ma forse la colpa ricade anche nell'indifferenza delle autorità italiane.

L’Italia, di questi tempi così attiva nella tutela dei marò in India, in aula non s’è vista. Hamas è considerata un’organizzazione terroristica, Roma non la riconosce come interlocutrice e a questo processo non ha mandato, mai, nemmeno un osservatore

Di certo in questa intricata vicenda c'è il dolore della madre di Vittorio, Egidia, che visiterà per la prima volta i luoghi nei quali ha vissuto ed è morto il figlio tra poche settimane.

Mamma Beretta forse riuscirà a vedere Gaza per la prima volta il 15 aprile, l’anniversario, quando a suo figlio sarà intitolato un nuovo pozzo d’acqua destinato a ventimila famiglie di profughi.

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