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Venerdì, 29 Marzo 2024

Agguato di Natale, fratello di un pentito sotto protezione ucciso con 30 colpi di pistola: è caccia ai killer

L'omicidio è avvenuto a Pesaro, nella serata di martedì 25 dicembre. La vittima è Marcello Bruzzese, 51 anni, fratello di un collaboratore di giustizia

I carabinieri di Pesaro stanno indagando sull'omicidio di Marcello Bruzzese, il 51enne fratello di un pentito di 'ndrangeta 'freddato' nella serata di martedì 25 dicembre da due killer, che gli hanno scaricato contro almeno 30 colpi di arma da fuoco. L'uomo stava parcheggiando la sua auto quando è stato crivellato di proiettili da due uomini a piedi, che poi si sono dati alla fuga. 

Si è trattato di un vero e proprio agguato in stile mafioso. I due killer incappucciati hanno atteso il loro bersaglio, prima di ucciderlo scaricandogli addosso i colpi delle loro calibro 9, che non gli hanno lasciato scampo.

Omicidio a Pesaro: la vittima era già scampata ad un agguato

Come riporta Roberto Damiani sul Resto del Carlino, già nel 1995 Bruzzese era sfuggito ad un agguato della 'ndrangheta dove invece morì suo padre Domenico. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia, Bruzzese era tornato a Pesaro insieme alla sua famiglia e viveva con un programma di protezione da parte dello Stato. I due killer lo hanno aspettato in via Cairoli e lo hanno freddato con una raffica di colpi di pistola mentre stava parcheggiando. Poi la fuga a piedi per le vie del centro storico.

Il sindaco di Pesaro: "Qui per essere protetto, cosa non ha funzionato?"

"La città stanotte è andata a dormire sconvolta e spaventata per l'omicidio di Natale in pieno centro''. Così in un post su Facebook il sindaco di Pesaro Matteo Ricci sull'omicidio di via Bovio, dove Marcello Bruzzese, fratello di un collaboratore di giustizia di 'ndrangheta, è stato freddato da due killer.

"Un'esecuzione di chiaro stampo mafioso che nessuno avrebbe mai immaginato. Ma la vicenda è molto delicata perché la persona uccisa viveva con la sua famiglia in un appartamento affittato dal Ministero del Interno, ed era sotto protezione delle forze dell'ordine. Quindi, non è arrivato a Pesaro per caso, ma portato qua per essere protetto, essendo fratello di un collaboratore di giustizia. Lo Stato per colpire 'Ndrangheta si avvale dei collaboratori di giustizia, ed è giusto così. Ma non è giusto che una città venga sconvolta in questo modo. Quanti sono i collaboratori di giustizia a Pesaro? Qual è il livello di sicurezza richiesto? Cosa non ha funzionato ieri? Sono solo alcune delle domande che rivolgerò domani ufficialmente a Prefettura e Ministero del Interno. Già in passato Pesaro è stata sede di protezione per pentiti, ma ciò che è successo ieri è molto grave. Ora si creerà un'apprensione nuova e giustificata nella popolazione, stato d'animo che il Sindaco deve provare a interpretare''.

'In questo caso non è la 'ndrangheta - aggiunge Ricci - che è venuta a Pesaro (cosa sempre possibile purtroppo; come sappiamo la criminalità non ha confini), ma è lo Stato che ha portato a Pesaro delle persone da proteggere dalla 'ndragheta, probabilmente perché considera questo territorio più slegato da certi fenomeni criminali''. ''Infine voglio esprimere una forte vicinanza e un grande in bocca al lupo alle forze dell'ordine e ai magistrati per il lavoro d'indagine che stanno facendo, sperando che gli assassini vengano catturati'', conclude il sindaco.

Fonte: Il Resto del Carlino →
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